Titolo: "Un litro di lacrime"
Autrice: Kitō Aya
Editore: Rizzoli
Ci
sono libri che sono incontri inaspettati, speciali, emozionanti,
indimenticabili. Libri in grado di donarci storie che entrano nelle
nostre anime scuotendole e toccandole nel profondo, lasciando un
segno indelebile che custodiremo e porteremo sempre con noi come
insegnamento e ricordo.
Sono
i libri di cui ci innamoriamo sin dalle prime pagine e con cui si
crea un legame emotivo intenso, a volte inspiegabile, con una storia
apparentemente normale, ma che nel profondo si lega a noi in maniera
indissolubile, lasciandoci meravigliati e molto spesso compresi nel
profondo.
“Un
litro di lacrime” ha rappresentato per me tutto questo. Un incontro
inaspettato, intenso ed emozionante. Una lettura che mi ha lacerato
l'anima, scatenando una groviglio di emozioni, facendomi piangere,
riflettere e arrabbiare. Un libro che ho amato subito e a cui mi sono
legata in maniera profonda, ma adesso che sono qui davanti a questo
foglio bianco per parlarne e consigliarlo a voi lettori, mi ritrovo
persa, senza parole. Non che non abbia nulla da dire, al contrario,
le emozioni che ho provato durante la lettura sono state tante, ma
esprimerle a parole è difficile perché c'è la paura di cadere
nella banalità, di non esprimere al meglio il messaggio e la
bellezza del libro e, cosa ancora più difficile, vorrebbe dire
tirare fuori anche parte del mio vissuto e venire a contatto con
quelle emozioni che tengo gelosamente custodite in un angolino della
mia anima. Ma non farlo, non sarebbe giusto nei confronti di Aya,
della sua vita e del suo diario, perché la sua storia merita di
essere conosciuta, compresa e amata.
“Ma
ho deciso come mi comporterò: mostrerò a tutti il mio vero io, sin
dall'inizio e senza nasconderlo.”
(citazione
tratta dal testo)
Ecco
che le parole di Aya mi ritornano in mente aiutandomi a sbloccare
questa situazione di impasse e decido, così, di seguire me stessa e
lasciare che le emozioni e le parole vengano fuori libere, senza
legami o costrizioni. Libere di posarsi su questo foglio facendo
rivivere Aya e la sua storia. Sì perché questo libro custodisce le
pagine del diario di Kitō
Aya, una ragazzina quindicenne che sul finire degli anni Ottanta ha
commosso e conquistato il Giappone con la sua vita, minata da una
malattia letale.
Il
diario venne pubblicato, all'epoca, dalla mamma come regalo per quella
figlia forte e coraggiosa che ha lottato e sofferto a causa di una
malattia che l'ha lentamente devastata nel fisico e nell'anima,
portandola inevitabilmente alla morte. Una mamma che ha amato
profondamente sua figlia, al punto da fare qualsiasi cosa per
aiutarla, pur sapendo che il suo destino era segnato, vedendola
morire ogni giorno e rimproverandosi di non essere stata una buona
madre e di non aver fatto abbastanza per lei e per i suoi figli.
La
pubblicazione del diario ha commosso ed emozionato tantissimi lettori
giapponesi, che attraverso le parole di Aya hanno conosciuto un'animo
delicato, sensibile e al tempo stesso forte e coraggioso. Un'anima
fragile che ha saputo essere se stessa fino alla fine, dando voce al
dolore, all'umiliazione, alla stanchezza ma anche all'amore per la
sua famiglia, alla sua voglia di vivere e a quelle lacrime che hanno
rigato spesso le sue guance e che goccia dopo goccia sono entrate
nelle nostre anime, lasciandoci spiazzati e commossi.
“Ogni
persona cova un dolore inesprimibile.
Quando
ripenso al passato mi viene da piangere, ed è un guaio.
La
vita è stata terribilmente crudele con me, e l'ho attraversata a
fatica.
Non
mi ha offerto nemmeno un sogno.
Quando
immagino il futuro, altre lacrime cominciano a cadere.”
(citazione
tratta dal testo)
Aya
scopre di essere malata a soli 15 anni, quando si rende conto che il
suo corpo non risponde come dovrebbe, dimagrisce, cammina piegata con
il busto in avanti, le gambe diventano rigide, non ha buoni riflessi.
Una caduta, apparentemente innocua, sarà l'inizio del suo lungo
calvario, perché scoprirà, attraverso analisi e ricerche che è
affetta da una malattia letale: l'atassia spinocerebellare. Le
cellule appartenenti al cervelletto, che regolano l'equilibrio, il
movimento e i riflessi stanno morendo, provocando l'irrigidimento del
corpo e portando il malato alla morte.
“Come
vivrò? Ho poche strade di fronte a me, e di certo saranno tutte
ripide, ma ho deciso di guardare avanti e non mollare, anche se
dovessi percorrerle strisciando. Non posso permettermi di esitare.”
(citazione
tratta dal testo)
Aya
è giovane, delicata, dolce, sensibile, dedita allo studio e sempre
pronta a impegnarsi per raggiungere i suoi obiettivi, e a quindici
anni è troppo giovane per accettare una malattia del genere,
rassegnandosi al lento declino e irrigidimento del suo corpo. Così,
decide di porsi dei piccoli obiettivi da raggiungere per rallentare
la malattia, lottando per non darsi per vinta, anche se spesso dovrà
rinunciare alla maggior parte dei suoi sogni. Ma avrà accanto una
famiglia e una mamma che l'aiuteranno a spronarla nei momenti di
difficoltà, vietandole di crogiolarsi nel dolore e
nell'autocommiserazione, esortandola a non darsi per vinta, ad
assumere una visione diversa della vita e a lottare. E lei affronterà
tutto con coraggio, forza e dignità, lasciandosi andare ai momenti
di tristezza, disperazione e umiliazione. Sì umiliazione, perché
vivrà sulla sua pelle la difficile condizione di disabile, gli
sguardi curiosi e pieni di pietà che la gente le rivolgerà
vedendola arrancare sulle scale quando cercherà di raggiungere le
aule scolastiche, le prese in giro per la sua camminata strana, le
difficoltà nell'articolare le parole e parlare in maniera fluida e
comprensibile ecc.
Ma
lei non mancherà mai di rivolgersi agli altri con educazione,
rispetto e quel sorriso aperto e naturale che la faranno amare da
chiunque avrà avuto la fortuna di incontrarla e conoscerla.
“Tutto
ciò che posso fare è rispondere all'amore con un sorriso.”
(citazione
tratta dal testo)
Attraverso
i capitoli del libro percorreremo i suoi dieci anni di malattia,
crescendo con lei e maturando attraverso il tempo, passando da
giovane adolescente a donna in un disequilibrio tra lato infantile e
maturo.
Il
diario è scritto con semplicità così come semplice era Aya. Una
scrittura delicata come l'anima della ragazzina che ha riversato
sulle pagine del diario i suoi pensieri, trovando conforto e forza
nello scrivere le sue emozioni e sofferenze.
Una
disperazione che viene fuori con semplicità e intensità senza farsi
mai coinvolgere e condizionare dalla rabbia, ma facendo emergere
forza, determinazione e dignità per continuare a lottare e vivere.
“A
me non è concesso la libertà di amare o essere amata?”
(citazione
tratta dal testo)
“Io
sono lenta in tutto, anche nelle reazioni. A volte mi sembra quasi
di non riuscire a entrare in contatto con la me stessa disabile.
Ho
toccato il fondo. Eppure non desidero la morte. Penso che, prima o
poi, arriveranno tempi felici...”
(citazione
tratta dal testo)
Leggere
il suo diario è un'esperienza unica e struggente. Non si può
rimanere impassibili davanti alla sua storia e al suo dolore. Ogni
pagina trasuda forza e amore, avvinghiandoci a sé fino alla fine del
testo quando, con le lacrime agli occhi, chiuderemo il libro e la
saluteremo augurandoci che ora possa finalmente camminare sulle gambe
e non gattonare come era costretta a fare in questa vita terrena.
Chiuderemo
il libro consapevoli di aver ricevuto un dono enorme. Un insegnamento
da custodire, ricordandoci di non cedere mai alle avversità della
vita, ma di continuare a sorridere mantenendo la propria sensibilità
e dolcezza senza farsi abbruttire e incattivire dalla rabbia e dalla
malattia.
Chiuderemo
il libro rivolgendo un pensiero pieno di affetto e dolcezza a una
giovane donna che ha saputo conquistare il nostro cuore con la sua
sensibilità e dignità.
Chiuderemo
il libro e ognuno vivrà le sue emozioni...io seguirò le mie,
lasciandomi condurre in quell'angolino della mia anima dove le ho
accantonate per un po'.
“Che
problema c'è a cadere?
Puoi
sempre rialzarti.
Quando
cadi, solleva gli occhi al cielo.
Anche
oggi si stende sopra di te, azzurro e sconfinato.
Riesci
a vederne il sorriso?
Sei
vivo”
(citazione
tratta dal testo)
Buona
lettura!!
(Marianna Di Bella)
(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.