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lunedì 19 dicembre 2022

Recensione: "L'inverno del mondo. The Century Trilogy Vol. II" - Ken Follett

 

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Titolo: L'inverno del mondo. 
The Century Trilogy Vol. II

Titolo Originale: Winter of the World

Autore: Ken Follett

Editore: Mondadori




Buongiorno lettori,

oggi torno a scrivervi per parlarvi del secondo volume della trilogia “The Century” di Ken Follett. Nel primo volume, “La caduta dei giganti”, avevamo lasciato i nostri protagonisti, alla fine della Prima Guerra Mondiale, nella delicata fase di ricostruzione delle proprie vite e dei propri Paesi. In questo secondo volume, invece, li ritroviamo, a distanza di qualche anno, impegnati a gestire la famiglia, crescere la nuova prole e ad affermarsi in ambito lavorativo.

Siamo nel 1933 e in Europa si respira aria di grandi cambiamenti e nuovi assesti politici. In Germania, ad esempio, il partito nazionalsocialista sta acquistando sempre più importanza, anche se ancora non riesce a ottenere la maggioranza al governo. La sua brutalità inizia, comunque a manifestarsi in maniera preponderante e le sue idee estreme si fanno sempre più chiare e definitive.

Le famiglie protagoniste sono le stesse che abbiamo imparato a conoscere nel primo volume, cambia solamente il numero dei membri familiari, aumentati grazie ai matrimoni e alle nuove nascite. Una nuova generazione che vedremo crescere e maturare.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia e Germania saranno le nazioni protagoniste che tireranno le fila dei grandi cambiamenti e stravolgimenti politici che segneranno lo scatenarsi del secondo conflitto mondiale. Conosciamo tutti la storia e gli eventi che l'hanno caratterizzata, quindi non starò qui a tediarvi con la trama o una spiegazione dettagliata, perché non aggiungerei nulla di nuovo o di diverso da ciò che già si conosce.

Ciò che posso dirvi è che, anche questa volta, Ken Follett ci accompagnerà in un lungo percorso storico dove assisteremo alle cause scatenanti del conflitto, allo svolgersi della guerra e alle vicissitudini esistenziali di ogni personaggio.

La ricostruzione storica è sempre accurata e attenta, la lettura è intrigante, scorrevole e il suo ritmo incalzante cattura completamente l'attenzione del lettore, dandogli la sensazione di ritrovarsi all'interno di un film d'azione. Ma, a onor del vero, devo dire che in questo secondo volume non si respira lo stesso pathos e la stessa sensazione di scoperta e novità vissuta nel libro “La caduta dei giganti”, probabilmente perché l'evento storico lo conosciamo tutti e quindi sappiamo come si evolveranno gli eventi. Prevedibile, purtroppo, è anche la struttura narrativa, perché le storie e i comportamenti dei personaggi sembrano essere sempre gli stessi: tradimenti, amori e matrimoni sbagliati, figli illegittimi, lavori in politica. Gli anni passano, le generazioni cambiano ma gli atteggiamenti sono sempre gli stessi.

I personaggi sono superficiali e stereotipati e, a mio giudizio, alcuni li ho trovati veramente antipatici, anche quando sembrano maturare e cambiare nel tempo, come ad esempio Daisy Peskov. L'ho trovata antipatica, dall'inizio alla fine della storia, come del resto il padre che non ho sopportato neanche nel libro precedente.

Nonostante questi punti presi in esame, lo considero, comunque, un testo godibile e scorrevole e, sinceramente, mi auguro che nel terzo e ultimo capitolo della trilogia cambi qualcosa, almeno nella struttura narrativa. Mi dispiacerebbe molto rimanere delusa, considerato il grande entusiasmo vissuto nel primo volume.

Dita incrociate e buona lettura.



Marianna Di Bella


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