Titolo: "Gilgi, una di noi"
Autrice: Irmgard Keun
Editore: L'orma editore
In
una casa della media borghesia di Colonia, la famiglia Korn si sta
preparando per iniziare una nuova giornata lavorativa. Una famiglia
normale e tranquilla, composta dai due genitori e dalla loro unica
figlia, Gilgi.
La
ragazza ha vent'anni ed è piena di vita, infatti, sta ultimando i
suoi esercizi mattutini per riattivare il corpo e la mente, tenendoli
in costante allenamento. La sua vita è ben programmata, esercizi
fisici la mattina, colazione con i genitori e il lavoro come
stenotopista presso la ditta Reuter & Weber. Il pomeriggio segue
corsi di lingua inglese, francese, spagnolo e ogni mese mette da
parte dei soldi per poter viaggiare e affinare, così, la sua
conoscenza delle lingue.
“...si
inorgoglisce un po' del proprio modesto coraggio e della propria
autodisciplina. Rispettare il programma. Non discostarsi dal sistema.
Non mollare, nemmeno nelle più minuscole minuzie.”
(citazione tratta dal testo)
Gilgi
segue tutto disciplina e determinazione, è una ragazza decisa a
perseguire i suoi obiettivi e per farlo deve seguire attentamente il
suo programma, anche nelle piccole cose. Per questo motivo ha
affittato una piccola mansarda dove potersi rilassare e portare
avanti i suoi esercizi di traduzione. Ogni pezzo del mobilio è stato
scelto e comprato da lei, e dopo l'orario d'ufficio si rifugia lì e
finalmente può essere se stessa...libera e indipendente.
“Voglio
lavorare, voglio andare avanti, essere autonoma e indipendente –
devo arrivarci passo dopo passo. Adesso imparo per bene le lingue,
risparmio, e forse entro un paio d'anni avrò un mio appartamento, e
magari arriverà ad avere un mio negozio.”
(citazione tratta dal testo)
Gilgi è una ragazza forte,
determinata, che non si perde in cose superficiali, non pensa alla
politica, alla collettività. È completamente concentrata su se
stessa, fino a quando qualcosa o qualcuno non stravolgerà i suoi
piani.
L'amore arriverà
improvvisamente, stravolgendole la vita e facendole perdere le basi
della sua tranquillità; insegnandole che amare, a volte, vuol dire
perdere parte di sé per unirla a un'altra realtà, diversa e
contrapposta, e tutto questo l'aiuterà a riflettere profondamente su
se stessa e il mondo che la circonda.
Sicuramente vi starete
chiedendo dov'è la particolarità di questo romanzo, sembrerebbe una
storia come tante, be' non è così perché il romanzo è stato
scritto e ambientato nel 1930, quando il nazismo era già apparso in
Germania e le ragazze non avevano idee così indipendenti e libere. I
primi segni di emancipazione della protagonista, le tematiche
scottanti, le idee ultra moderne hanno fatto sì che il romanzo
venisse bandito dal nazismo. E a ben vedere le tematiche femminili,
presenti nel testo, sono ancora oggi molto attuali e Gilgi potrebbe
rappresentare una qualsiasi ragazza moderna in cerca della sua strada
e della sua indipendenza.
Un romanzo che sorprende,
non solo per i temi trattati, ma anche per il sarcasmo nel descrivere
la media borghesia e la società di quegli anni, e per lo stile
apparentemente leggero e frivolo. A un primo colpo d'occhio si ha la sensazione di
leggere un romanzetto semplice e di poche pretese, ma è un grande
errore perché la storia è complessa, intensa, drammatica,
intrigante e con una punta di cinismo che rende il libro godibile e
profondo.
Il romanzo è ben scritto e
pagina dopo pagina cresce di intensità, introspezione e riflessione.
Il testo cresce al crescere della protagonista, che ci permetterà di
entrare nell'intimità dei suoi pensieri, delle sue riflessioni e dei
dubbi riguardo se stessa, l'amore che sta vivendo, la passione
incontrollabile e la precarietà della vita lavorativa e sociale.
Un'altalena di emozioni,
pensieri e dubbi che ci trascinano in un vortice emotivo da cui ci
sentiremo persi e indifesi, ma che ci permetteranno di comprendere al
meglio le molteplici sfaccettature del carattere di Gilgi, che saprà
coinvolgerci nella sua vita e nelle sue riflessioni.
“Da quella notte in
Gilgi si è rotto qualcosa. Certo, è cosa buona voler bene a qualcuno
– amare qualcuno, pure. Ma essere innamorata, essere innamorata con
tutta se stessa è una condizione straziante. Dovrebbe esserci una
medicina per chi si trova in quello stato. Si finisce per essere
svuotati, separati dalle persone e dagli oggetti, non si vede più
niente, non si sente più niente, tutto s'inabissa, tutto diventa
profondamente indifferente. Lo sforzo per conservare qualcosa di
significativo diviene uno strazio snervante.”
(citazione tratta dal testo)
Vedremo Gilgi perdersi
dietro un amore travolgente, dubitare di se stessa ma, soprattutto,
la vedremo e sentiremo crescere emotivamente e psicologicamente.
La storia non è così
convenzionale come sembra, e il fatto di essere stata scritta nel
1930 la rende ancora più interessante. La società è ben descritta
e alcune tematiche diventano dei veri e propri spunti di riflessione,
come ad esempio: l'aborto, il matrimonio, la convivenza,
l'indipendenza e la precarietà della condizione femminile
all'interno del contesto storico, sociale ed economico della Germania
degli anni trenta.
Ho apprezzato molto la
figura di Gilgi, la sua naturalezza, la sua spontaneità, la sua
determinazione e il suo essere estremamente moderna in una società
chiusa. Altra particolarità che ho apprezzato del romanzo, sono i
tre puntini di sospensione che, per alcuni potrebbero essere
fastidiosi ma, per me danno il giusto ritmo al romanzo, creando
quelle pause in cui sottolineano e danno enfasi agli avvenimenti e ai
pensieri della ragazza, creando ancora più pathos e interesse
Riuscirà Gigli a non
perdere se stessa nel vortice dell'amore?
Riuscirà a non perdere di
vista il suo futuro?
A voi il piacere di
rispondere, scoprendo la bellezza del romanzo, lo stile moderno e
l'intensità della nostra protagonista.
“La tiene stretta
nelle mani, Gilgi, la sua piccola vita.”
(citazione tratta dal testo)
Buona lettura!!
(Marianna Di Bella)