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lunedì 22 luglio 2024

Recensione: "Finché non aprirai quel libro" - Michiko Aoyama

 

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Titolo: Finché non aprirai quel libro

Autrice: Michiko Aoyama

Editore: Garzanti




Se vivete con la costante sensazione di esservi smarriti lungo il sentiero della vostra esistenza, incerti sul vostro futuro, indecisi su quale strada prendere per riuscire a realizzare i vostri sogni, e avete bisogno di leggere un libro che vi aiuti a schiarire le idee, affidatevi ai consigli della signora Komachi Sayuri.

La donna è bibliotecaria presso la Community School a Tokyo. occupa uno spazio a lei dedicato dove aiutare i lettori nel districarsi tra i diversi titoli. Andate da lei e aspettate che vi rivolga la domanda “Che cosa cerca?”. Una semplice domanda che, vi assicuro, vi farà sentire subito compresi e avvolti da un senso di sicurezza. Spiegatele cose cercate e, in poco tempo, vi stamperà una lista di libri da leggere, accompagnati da un piccolo oggetto di lana cardata che lei chiama “supplemento”.

La cosa bella della lana cardata è che anche a lavoro iniziato si può rifare tutto daccapo come più ci piace. Anche se si ha quasi finito, se mentre si crea l'oggetto si pensa di volerlo fare diversamente è molto semplice correggere il tiro in corsa.”

(citazione tratta dal testo)

La signora Komachi è una donna tranquilla, apparentemente distratta dal suo hobby, ma è attenta, sensibile, perspicace, empatica al punto da comprendere cosa cercano veramente i lettori, perché di solito alla sua ricerca bibliografica aggiunge sempre un testo incompatibile con gli altri. Testo che, invece, risulterà importante per il lettore, perché lo aiuterà a schiarirsi le idee.

Lo sanno benissimo Tomoka, Ryō, Natsumi, Hiroya e Masao i protagonisti di questo libro. Vivono tutti nello stesso quartiere, ma non si conoscono, e usufruiscono della Community House e della biblioteca senza mai incontrarsi, o quasi.

Tomoko vive una situazione di impasse nella sua vita, insoddisfatta del suo lavoro; Ryō vorrebbe realizzare il suo sogno di aprire un negozio di antiquariato ma è timoroso e non sa come fare. Natsumi, invece, è una giovane donna che si sente incompresa nel suo ruolo di mamma e impiegata, e vive con il costante e opprimente senso di colpa per non riuscire a gestire in maniera soddisfacente i due ruoli. Hiroya non ha fiducia in sé e nella sua arte, tanto da rinunciare a realizzare il suo sogno e vivendo passivamente.

Persone e storie diverse, ma con un comune denominatore: la paura di non essere all'altezza delle situazioni. Vogliono tutti trovare la loro strada, realizzare i propri sogni ma sono insicuri e hanno paura di non farcela, così preferiscono rifugiarsi nella routine quotidiana pur di non mettersi in gioco e tentare di cambiare la propria vita.

In un mondo in cui non si sa che cosa può accadere domani, sto facendo quello che mi è possibile fare in questo momento.”

(citazione tratta dal testo)

Hanno tutti bisogno di una piccola spinta per muovere il primo passo verso il cambiamento, trasformando i “non posso” o i “non ho” in obiettivi. Rimettendo in moto la propria esistenza. Ciò che i protagonisti non sanno è che in realtà saranno loro a dare il via al cambiamento, con un profondo esame di coscienza; la signora Komachi li aiuterà solamente ascoltandoli e facendogli scoprire il potere dei libri diradando la nebbia della loro confusione. Ma aiuterà anche noi lettori, ricordandoci quanto sia importante avere, prima di tutto, fiducia in sé stessi, per poi aprirsi al mondo esterno per ritrovare il dialogo e il confronto con l'Altro, creando quel movimento di apertura che, passo dopo passo, ci conduce a comprendere meglio ciò che ci circonda e a vedere le opzioni e le possibilità che prima o non vedevamo o non ritenevamo possibili.

Siamo tutti quanti collegati. Si parte da un solo nodo per poi stringerne sempre di più. Ma quei legami, se lei se ne sta ad aspettare che arrivi il momento per agire, non torneranno indietro. Se invece frequenterà e parlerà con molte persone, quando arriverà sul punto di pensare che ormai vada bene, perché ne ha viste davvero tante di cose, allora quell' ”un giorno” diventerà “domani”.

(citazione tratta dal testo)

Finché non aprirai quel libro” è un libro delicato e, lasciatemelo dire, una coccola per l'anima. Un romanzo che aiuta a riflettere su se stessi e la società attraverso le storie dei protagonisti.

Ogni capitolo è dedicato a un personaggio che, attraverso la narrazione, ci affida la sua storia e le sue riflessioni, in un lungo flusso di coscienza. Riflessioni che diventano delle piccole e preziose confidenze sul loro malessere, sui sogni ma anche sul cambiamento. Diventando noi stessi custodi inconsapevoli dei loro pensieri e della loro rinascita interiore.

Ogni personaggio è costruito psicologicamente molto bene, tanto da sembrare veri e rendere credibile la trama. Sì, lo so, probabilmente per molti può risultare intriso di buoni sentimenti, positività etc, ma ci sono momenti nella vita che si ha bisogno di questo...io avevo bisogno di questo, un libro coccola in cui rifugiarmi e perdermi per un po'.

Io non ho fatto niente. Sei stata tu da sola a prendere ciò che era necessario.”

(citazione tratta dal testo)

La lettura è godibile e scorrevole, a onor del vero devo evidenziare che in alcune parti è ripetitivo, come ad esempio, gli incontri con la bibliotecaria, la frase di routine, la selezione dei libri, la donazione dei supplementi etc. Queste ripetizioni narrative possono risultare noiose, anche perché ultimamente questo filo narrativo, lo riscontriamo in molti altri libri dando al lettore la sensazione di stare leggendo lo stesso testo. Fortunatamente non è così per questo romanzo che, grazie alla scrittura dell'autrice, alla profondità psicologica che ha donato ai personaggi e le storie con tematiche attuali e interessanti, rendono tutto il lavoro bello e interessante.

Un romanzo che ho amato molto, che mi ha coccolata e abbracciata, lasciandomi alcuni spunti su cui riflettere.

... lo stesso vale per i libri. Cose che non c'entrano nulla con lo scopo dell'autore e le parole che questi ha scritto, è poi chi le legge a legarle a sé con un filo, a ricavarne qualcosa che è soltanto suo.”

(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.



Marianna Di Bella


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