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lunedì 4 novembre 2019

Recensione: "Le Avventure di Washington Black" - Esi Edugyan

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Titolo: "Le Avventure di Washington Black"
Titolo Originale: "Washington Black"
Autrice: Esi Edugyan
Editore: Neri Pozza





Piantagione di Faith, Barbados. 1830
La tenuta sta attraversando un momento di grande subbuglio e agitazione, il vecchio padrone è morto e gli schiavi sono inquieti e preoccupati. Cosa ne sarà di loro? Quale sarà il loro destino? La piantagione verrà venduta? Domande lecite che troveranno risposta nella figura enigmatica e agghiacciante di Erasmus Wilde. L'uomo è il nipote del defunto padrone e sarà lui a gestire la tenuta. Un uomo dallo sguardo gelido e terrificante come la sua anima.

“Un uomo che è stato di un altro uomo impara molto in fretta a osservare gli occhi di un padrone; ciò che vidi nei suoi mi terrrorizzò. Io gli appartenevo, come gli appartenevano tutte le persone tra cui vivevo, in vita ma anche in morte, e la osa gli dava un piacere immenso.”
(citazione tratta dal testo)

In poco tempo il clima all'interno della piantagione diventa orribile, invivibile, con episodi di estrema brutalità, accompagnati da punizioni, mutilazioni e uccisioni. Un clima agghiacciante.
All'interno della tenuta, tra centinaia di schiavi che lavorano faticosamente e in condizioni indecenti, c'è un ragazzino di circa 10/11 anni che attira subito la nostra attenzione e che seguiremo durante la lettura del romanzo perché è il protagonista e voce narrante della storia. Il bambino è Washington Black, è addetto al taglio della canna da zucchero ed è orfano, purtroppo non ha mai conosciuto i suoi genitori se non attraverso le storie e i racconti degli altri schiavi e di Big Kit, la donna che si prende cura di lui.

“Domandati cosa sai di quando sei nato, e se la tua vita è molto diversa. Tutti noi dobbiamo prendere per buone le storie della nostra nascita, perché sebbene ne siamo i protagonisti, non siamo ancora presenti.”
(citazione tratta dal testo)

Un giorno Wash viene ceduto come valletto al fratello del padrone: Charles Wilde, detto Titch.
Titch è un uomo di scienza e cultura e vede nel bambino una figura importante e vitale per la sua invenzione: il Nemboveliero. Una sorta di mongolifiera inventata dall'uomo per realizzare il sogno di sorvolare i cieli. Perché l'uomo sceglie proprio Wash? Non immaginate chissà quali misteri o scoperte, Titch sceglie il bambino perché ha il peso giusto per fare da...zavorra. Sì, avete letto bene, il ruolo di Washington sul Nemboveliero è di fare da contrappeso sulla nuova invenzione, ma prima di prendere il volo, la macchina ha bisogno di alcuni aggiustamenti, del luogo adatto per decollare e sopratutto delle correnti adatte per librarsi in aria. Nel mentre, Washington si occuperà della lavanderia, della cucina e farà da aiutante durante gli esperimenti e le ricerce di Charles Wilde.
Il rapporto tra i due diventerà sempre più stretto e amichevole. Titch insegnerà al bambino a leggere, scrivere e, soprattutto, gli farà scoprire la magia e la bellezza del disegno. Wash scoprirà così di avere una predisposizione naturale al disegno, grazie a un tocco delicato, preciso e meraviglioso che gli permetteranno di riprodurre fedelmente ogni oggetto, pianta ecc. che vede e osserva.

“(...) Sii fedele a quello che vedrai, Washington, e nn a quello che dovresti vedere.”
(citazione tratta dal testo)

La vicinanza con Titch sarà importante per Wash perché gli permetterà di imparare molte cose, accrescere la sua cultura e vedere le cose in maniera diversa, ma questo lo porterà, impercettibilmente, ad allontanarsi dagli altri schiavi, immergendosi, senza volerlo nel mondo dei bianchi. Si ritroverà in bilico tra il vecchio mondo fatto di radici, origini e identità e il nuovo fatto di conoscenza, possibilità, sogni, un mondo da cui verrà sempre rifiutato per il suo colore della pelle e la condizione di schiavo. Ma è ancora troppo piccolo per capirne le conseguenze, per ora si limita a vivere il periodo assorbendo ogni insegnamento, crescendo e maturando intellettualmente fino a quando due eventi tragici non cambieranno drasticamente il suo destino, mettendo fine agli esperimenti e costringendolo a fuggire per salvare la propria vita. Titch l'aiuterà a scappare dalla tenuta e lo accompagnerà in questa fuga rocambolesca.
Perché sono costretti a fuggire? Cosa è accaduto? Come faranno a scappare?
A voi il piacere di scoprire il resto della storia. Preparatevi, perché il viaggio non sarà tranquillo e rilassante, molti saranno gli imprevisti che i due personaggi dovranno affrontare. Imprevisti che li porteranno a confrontarsi con se stessi e il mondo che li circonda, perché la realtà è ben diversa da quella che si vive all'interno di una piantagione e per Washington non sarà una scoperta piacevole. Violenza, razzismo e soprusi sono sempre presenti, ma si renderà conto che, nonostante la libertà, non può realizzare tutto ciò che desidera, il colore della sua pelle sarà sempre un ostacolo alla sua voglia di imparare, di essere se stesso, al suo desiderio di affermarsi nel campo del disegno o scientifico. Questo lo porterà a chiudersi sempre più in se stesso, diffidando di tutto e tutti. La sua vita diventerà un lungo e interminabile viaggio che lo porterà fisicamente in giro per il mondo, ma la sua anima sarà sempre alla ricerca di se stessa, cercando di placare quella sensazione di precarietà e fuga costante che lo perseguitano e non lo fanno vivere in pace e serenità.

“Diventai un ragazzo senza identità, un'ombra semovente, e ogni mese sprofondavo sempre più nell'eccentricità. Infatti da nessuna parte poteva esserci posto per una creatura come me: un ragazzo nero e sfigurato con una mente scientifica e un talento per il disegno, sempre in fuga dalla più vaga delle ombre.”
(citazione tratta dal testo)

Sempre in fuga e alla ricerca di un posto dove mettere radici, un posto che corrisponda a lui, al suo essere e che possa chiamare casa. Washington ha bisogno di trovare risposte alle molteplici domande che lo assillano, ha bisogo di capire chi è, quali sono le sue radici...ma soprattutto ha bisogno di scoprire se stesso, e noi viaggeremo con lui, accompagnandolo durante gli anni della sua crescita, vedendolo cadere, rialzarsi, crescere e maturare.
Esi Edugyan ci prende per mano e ci conduce all'interno del romanzo con delicatezza e determinazione. La sua scrittura è interessante, coinvolgente e le descrizioni attente e precise ci aiutano a crearci una visione dei posti e degli avvenimenti precisi e dettagliati, dandoci l'illusione di essere lì con i protagonisti. L'autrice riesce con tatto e fermezza a presentarci un periodo storico importante, permettendoci di scoprire il mondo delle piantagioni, le condizioni degli schiavi, il clima razziale che si viveva in quell'epoca, descrivendoci le fughe clandestine ma, soprattutto, pone in risalto la parte psicologica, creando un legame empatico con il lettore, facendogli sentire sulla propria pelle la disperazione, la paura, la sofferenza e il sentirsi soli, senza radici e legami. Una realtà difficile da comprendere per chi non ha mai vissuto sulla propria pelle le limitazioni, la negazione di ogni diritto e la mancanza di libertà.
Il testo è narrato in prima persona e la voce narrante è del nostro piccolo protagonista che, attraverso i suoi ricordi, ci permette di entrare nella sua anima. Un racconto che diventa un diario intimo e personale dove emergono debolezze, paure, sofferenze.
Washington è il personaggio meglio caratterizzato e descritto, soprattuto la parte psicologica che lo rende credibile e aderente alla realtà dell'epoca.
La lettura è fluida e coinvolgente per quasi tutto il romanzo, ma verso gli ultimi capitoli si perde completamente diventando noiosa, irreale e dando la sensazione di non condurre da nessuna parte. Abbandona completamente il consueto ritmo di lettura e lo stile, per cambiare registro e narrare avvenimenti che si fanno sempre più fantasiosi, non completamente aderenti alla reltà e al resto della storia, descrivendo situazioni vaghe e indefinite. Mi spiego meglio, negli ultimi capitoli sono inserite talmente tante coincidenze da non rendere credibile la storia. Si ha come l'impressione che l'autrice non sapesse come portare a termine il romanzo e per sbrogliare le varie situazioni abbia inserito tutta una serie di coincidenze inverosimili, arrivando ad un finale deludente e per certi versi incomprensibile.
Peccato perché la storia, il protagonista, sono coinvolgenti e interessanti, grazie a uno stile narativo e descrittivo intrigante e avvincente.
Un romanzo, a mio parere, rovinato da un'ultima parte noiosa e da un finale deludente, ma che vi consiglio comunque di leggere, perché il romanzo è bello e Wash avrà il potere di conquistarvi sin dalla prima pagina.

“...in quel momento compresi la natura tremenda e illimitata del mondo, quando non appartieni a nessuno e a nessuno luogo.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura e buon viaggio!



(Mariianna Di Bella)

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