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martedì 1 ottobre 2019

Recensione: "Il caso dei libri scomparsi" - Ian Sansom

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Titolo: "Il caso dei libri scomparsi"
Titolo Originale: "The Case of the Missing Books"
Autore: Ian Sansom
Editore: Tea




Tra le strade della piccola cittadina di Tundrum, Irlanda del Nord, si aggira un vecchio e arruginito furgone. Le sue condizioni sono pietose, andrebbe sistemato e riverniciato ma i soldi sono pochi e il comune non ha tutti i fondi a disposizione.
Cosa c'entra il comune? Beh questo vecchio e macilento furgone è il nuovo Bibliobus della cittadina.
Purtroppo, la biblioteca comunale è stata chiusa e il comune ha pensato di offrire dei nuovi servizi riconvertendo le risorse a disposizione, per essere più competitivi e flessibili sul territorio. Un nuovo “centro culturale mobile” in grado di offrire ai cittadini maggior assistenza anche in campo informatico, fotografia digitale, utilizzo della rete ecc.
Una buona idea, ma c'è prima un “piccolo” problema da risolvere, i 15.000 libri appartenenti alla biblioteca sono spariti.
15.000 volumi di cui nessuno sa nulla.
Chi li ha rubati? Perché?
Il compito di ritrovarli è affidato al nuovo bibliotecario di Tundrum: Israel Armostrong.
L'uomo viene da Londra e quando gli viene offerta l'opportunità di realizzare il suo sogno e mettere a frutto la sua laurea in lettere, lascia il lavoro di commesso presso una libreria discount, e raggiunge il suo nuovo posto di lavoro. Finalmente può smetterla di lamentarsi della sua vita triste, monotona e della mancanza di opportunità per il futuro. Continue lamentele a cui non ha mai reagito creando opportunità, al contrario si è adagiato alla monotonia e apatia, circondato dai suoi amati libri da cui si è sempre sentito protetto e capito. I libri hanno sempre fatto parte della sua vita sin da quando era piccolo, lettore vorace e instancabile, frequentatore assiduo delle biblioteche che considera “il suo luogo di appartenenza”.

Israel era cresciuto dentro e intorno alle biblioteche. Le biblioteche erano il suo luogo di appartenenza. Le biblioteche per Israel erano da sempre una costante. Nelle biblioteche Israel aveva sempre trovato calma e serenità. Nelle biblioteche gli era sempre parso di respirare un po' più facilmente.”
(citazione tratta dal libro)

Il nuovo lavoro rappresenta l'inizio della realizzazione dei suoi sogni e dei suoi studi, solo che arrivato a Tundrum scopre che non solo la biblioteca è stata chiusa definitivamente, ma che il suo nuovo compito consiste nel guidare il bibliobus e girare per il territorio portando libri e nuovi servizi. Per Israel è uno choc, perché considera il suo nuovo ruolo un declassamento, e interagire con le altre persone è sempre stato un problema. È una persona molto intelligente, ma schiva, sensibile, perso in sogni e idee e con una conoscenza minima della realtà...conoscenza che lo porterà a scontrarsi con gli abitanti della cittadina e a vivere svariate disavventure.

“Privato del denaro, dei vestiti e della dignità, incapace di capire per la metà delle volte di cosa parlasse la gente che incontrava, riluttante a mangiare il loro cibo, costretto a fare un lavoro che non voleva fare e minacciato, picchiato e ridotto, in uno stato caratterizzato da una certa qual incertezza, confusione e tensione, stava finalmente godendo l'esperienza del vero immigrante....”
(citazione tratta dal testo)

Non vi racconterò altro, vi lascerò liberi di decidere se salire sul bibliobus e seguire il resto della storia.
Io scendo qui e non proseguirò il viaggio, perché il libro non mi ha particolarmente entusiasmata.
Il libro è leggero, abbastanza gradevole, surreale in alcune parti, ma alla fine lascia ben poco nei ricordi e nelle emozioni.
La prima parte l'ho trovata molto lenta, noiosa e ho faticato ad entrare nell'atmosfera del romanzo. Proseguendo nella lettura, tutto diventa un po' più scorrevole, acquisendo un pochino di brio e ironicità che aiutano ad alleggerire la storia, anche se la trama fa molta fatica a decollare.
Alcuni punti sono narrativamente più deboli, monotoni e ripetitivi di altri, e la trama ne risente parecchio, infatti, spesso si fatica ad andare avanti con la lettura.
I personaggi sono surreali, bizzarri e sopra le righe, anche se onestamente funzionano di più i personaggi secondari che non il protagonista, che risulta essere pedante, fastidioso e antipatico. Un protagonista che non ha un'evoluzione e una crescita personale durante la storia, infatti, rimane fermo e statico con le sue convinzioni, luoghi comuni e comportamenti.
Il finale è frettoloso, superficiale e non ho apprezzato per niente la risoluzione dell'indagine, perché il movente viene fuori in maniera casuale e sbrigativa. Necessitava di un'argomentazione più seria e approfondita proprio perché tutta la trama del romanzo ruotava intorno alla ricerca dei libri scomparsi, invece, l'autore si è limitato a parlarne in maniera approssimativa e banale.
Peccato, perché il libro aveva tutte le caratteristiche per essere coinvolgente, interessante e divertente, invece molte argomentazioni sono state lasciate al caso, forzando alcune situazioni rendendole inverosimili e surreali.
Un libro semplice, leggero ma niente di più.
Il mio viaggio sul bibliobus si ferma qui e non credo che leggerò gli altri testi a lui dedicati.
Saluto Tundrum e voi lettori.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

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