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martedì 24 settembre 2019

Recensione: "Acqua in bocca" - Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli

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Titolo: "Acqua in bocca"
Autori: Andrea Camilleri - Carlo Lucarelli
Editore: Minimum Fax




Bologna.
È una tranquilla serata di maggio, tutto sembra apparentemente calmo e silenzioso, fino a quando le forze dell'ordine non irrompono in uno stabile.
Cosa succede? Liti familiari?
No, purtroppo, viene rinvenuto il cadavere di uno spedizioniere originario di Vigata: Arturo Magnifico.
L'uomo è riverso a terra, soffocato da un sacchetto di plastica. È completamente vestito e tre pesciolini rossi sono posizionati accanto alla sua testa.
Tre pesciolini rossi di cui non si conosce la provenienza, considerato che in casa non ci sono acquari.
Perché i pesciolini sono in quella casa?
Sono un messaggio?
Chi ha ucciso l'uomo e per quale motivo?
Grazia Negro, la protagonista creata dalla penna di Carlo Lucarelli, cerca di indagare sul caso e di sua iniziativa chiede aiuto e sostegno al commissario Salvo Montalbano. L'uomo, seppur titubante, aiuterà la donna nelle indagini, dando così vita a una serie di ricerche e riflessioni, comunicando attraverso lettere, email e messaggi segreti.

“Tu sai quant'è importante «fotografare» con i propri occhi e la propria sensibilità l'ambiente nel quale c'è stato un delitto. Quindi sento il bisogno di avere almeno una foto della scientifica...”
(citazione tratta dal testo)

Riusciranno i due protagonisti a collaborare senza scontrarsi?
Riusciranno a svelare il mistero che si cela dietro la morte dello spedizioniere?
A voi il piacere di scoprirlo, ma devo avvertirvi che il romanzo, seppur vantando le firme di due autori intelligenti e di indubbia bravura, non decolla mai in maniera completa e definitiva.
Il romanzo non lascia un chiaro segno narrativo nel cuore del lettore. L'idea di far collaborare i due personaggi è ottima, così come ottima è l'idea di base del libro, ma alla fine la sua costruzione risulta debole, poco incisiva e confusionaria, soprattutto nel finale che ho trovato lacunoso e fiacco.
Il racconto è breve, direi anche troppo. La sua brevità non permette di approfondire i fatti in maniera efficace, perdendo completamente la costruzione delle indagini che risultano frettolose e poco chiare.
Il filo narrativo non esiste e i due personaggi non sono delineati in maniera approfondita. La loro personalità è completamente azzerata e non sempre compatibile con le caratteristiche con cui siamo abituati a conoscerli, in modo particolare il commissario Montalbano che appare spento, senza la sua consueta ironia e sagacia ad accompagnarlo.

Il libro è carino, piacevole, ma niente di più. Anche se a onor del vero ci sono un paio di cose che ho apprezzato: il formato epistolare del testo e gli scambi frizzanti che ci sono stati tra i due autori. Lucarelli e Camilleri si sono divertiti a costruire la trama come se fosse una partita di scacchi, tra botta e risposta, spesso stravolgendo tutto e mettendo in difficoltà l'altro inserendo avvenimenti e situazioni non previste. Tutto questo, però, non ha fatto in modo che il romanzo acquisisse quell'importanza narrativa che meritava, lasciandomi insoddisfatta e con una testo scritto frettolosamente e debole nella struttura. Peccato perché da Carlo Lucarelli e Andrea Camilleri, che adoro, mi aspettavo molto di più.

Buona lettura e attenti ai pesciolini rossi!



(Marianna Di Bella)

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