Titolo: "Essere amiche a Kabul"
Autrice: Deborah Rodriguez
Editore: Piemme
A Kabul, nel cuore di una
zona di guerra, c'è un piccolo caffè frequentato da stranieri,
afgani, mercenari, missionari ecc. Una clientela composita che rende
questo posto vivo e intrigante. Sono tutti in cerca di un posto
tranquillo dove poter stare insieme, parlare, passare del tempo in
compagnia, ritrovando serenità e calma.
Il posto è il regno
indiscusso di Sunny, una donna americana di 38 anni, trasferitasi 6
anni prima in cerca di se stessa e di un futuro. La vita della donna
non è stata semplice, piena di sventure e scelte sbagliate che
l'hanno portata a seguire la sua strada e il suo futuro in un'altra
parte del mondo.
Sunny, finalmente, ha
trovato una casa accogliente dove essere serena, amici importanti e
un gruppo di lavoro coeso.
Sunny ha finalmente trovato
se stessa.
“Ormai si era
abituata alla luce del sole e si era ripromessa di non nascondersi
mai più nel'ombra, a costo della vita.”
(citazione tratta dal testo)
La vita pulsa in ogni tavolo
e angolo del caffè, dove si intrecciano persone, problemi, lingue e
culture differenti che danno anima e colore al luogo e al romanzo,
come ad esempio Yasmina, vedova e incinta, in pericolo perché,
purtroppo, secondo la tradizione una donna senza un uomo è
considerata zero. Harajan è una donna forte e moderna, costretta a
seguire le regole della sua cultura, Isabel giornalista britannica
free lance, Candance americana ed ex moglie di un ambasciatore e
molte altre persone che si legheranno in un stretto rapporto di
amicizia che cambierà, non solo le loro esistenze, ma anche il modo
di affrontare i problemi e la vita.
“Non importava che
avesse conosciuto quelle donne solo di recente. Nei loro cuori erano
uguali: donne che ambivano a una vita piena, all'amore, ad avere
amici con cui ridere, bere, piangere.”
(citazione tratta dal testo)
Quali sono gli argomenti
delle loro chiacchierate?
Cosa accade nel caffè e
nelle vite di tutte queste persone?
Per scoprirlo, vi basterà
affidarvi alle parole di Deborah Rodriguez, immergendovi in una
realtà difficile e controversa.
L'autrice ha vissuto e
lavorato per anni a Kabul come parrucchiera, collaborando con
un'associazione per aiutare le donne a trovare l'indipendenza
economica. La conoscenza del territorio, della cultura islamica, dei
problemi reali del paese e la difficile condizione delle donne, le
hanno permesso di affrontare e inserire alcune tematiche all'interno
del romanzo in maniera equilibrata e veritiera. Le descrizioni,
infatti, risultano vere e reali, regalando al lettore la sensazione
di vivere in quelle strade tra povertà, indigenza e immondizia.
Avvertendo, sulla propria pelle, il pericolo di alcune situazioni, o
la sensazione claustrofobica del burqa.
“Ma conosceva le
regole, anche sotto il burqa: tenere sempre la testa bassa e lo
sguardo a terra. Era inaccettabile guardare un uomo dritto negli
occhi o ridere forte, sorridere a un bambino o fissare con desiderio
un vestito al mercato.”
(citazione tratta dal testo)
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“L'Afghanistan era da
troppo tempo un campo di battaglia, di lotta per il potere, un'enorme
piantagione di papaveri dove la gente restava ignorante, analfabeta,
povera e completamente priva di diritti, senza voce in capitolo.”
(citazione tratta dal testo)
Deborah Rodriguez ha scritto
un romanzo piacevole e delicato, riuscendo a inserire al suo interno
tradizioni, usi e costumi che ci aiutano a comprendere i
comportamenti, i pensieri e le azioni del popolo afgano.
I personaggi sono ben
delineati, in modo particolare le donne, protagoniste indiscusse del
romanzo. La loro amicizia sarà il filo conduttore della storia e il
pilastro che sostiene e innalza il romanzo, rendendolo gradevole,
interessante ed emozionante. Molte saranno le tematiche affrontate al
suo interno, le differenze culturali, i matrimoni combinati, la
maternità e la difficile situazione nelle carceri femminili.
Tematiche che daranno spessore e intesità al testo.
“Essere amiche a Kabul”
è un romanzo pieno di speranza. Ogni pagina e avvenimento ci
ricordano che tutto è possible se si crede in se stessi e
nell'altro. Purtroppo, il finale risulta scontato e banale, troppo
stucchevole e intriso di retorica, ma il romanzo risulta comunque
gradevole e interessante.
Amo i testi in cui
l'amicizia tra donne è il fulcro della storia, evidenziando il
confronto intimo, personale e vero tra donne diverse per carattere,
estrazione sociale e vita personale.
“Si erano incontrate
al caffè solo poche volte, ma le persone a Kabul si conoscevano in
fretta, legate dall'esperienza, dalla paura e dalla solitudine. Il
tempo era come accelerato, i rapporti progredivano in fretta e i
consueti tempi di attesa prima di entrare in intimità con qualcuno
saltavano a piè pari.”
(citazione tratta dal testo)
Un romanzo in grado di
regalare speranza e ore di lettura piacevoli ed emozionanti.
Buona lettura!!
(Marianna Di Bella)