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venerdì 21 settembre 2018

Recensione: "Le donne del castello" - Jessica Shattuck

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Titolo: Le donne del castello
Autrice: Jessica Shattuck
Editore: HarperCollins




Seconda Guerra Mondiale.
Burg Lingenfels è un antico castello ubicato nella campagna della Germania dell'Ovest. L'imponente fortezza appartiene alla famiglia Von Lingenfels e solitamente è disabitato per una buona parte dell'anno, è privo di acqua corrente e possiede un generatore elettrico che basta a malapena a far funzionare un grammofono.
Con la fine del Terzo Reich, Marianne Lingenfels torna a vivere nel castello insieme ai suoi tre figli, per allontanarsi dal pessimo clima che aleggia nella città. La donna è vedova di Albrecht, uno dei membri del gruppo che organizzò l'attentato a Hitler. Come moglie di un traditore di sangue nobile, è costretta a un solitario confinamento. La donna non è preoccupata per questo, al contrario, è concentrata su un obiettivo importante, tenere fede alla promessa fatta al marito e agli altri uomini della resistenza: trovare le mogli e i figli di tutti i membri del gruppo che ha cospirato contro Hitler, per prendersi cura di loro. Così con l'aiuto del tenente americano Peterman inizia la sua ricerca e trova Benita e suo figlio Martin; Ania e i suoi due figli.
Questa nuova e allargata famiglia, si ritroverà a vivere insieme cercando di sopravvivere alla fame, al dolore e agli innumerevoli segreti che tormentano le loro anime già sofferenti da anni di guerra.
Tre donne diverse per estrazione sociale e culturale.
Tre donne diverse caratterialmente.
Tre donne con un passato fatto di dolore e sofferenza.
Tre donne che conviveranno e si coalizzeranno in un periodo storico in cui la diffidenza, la sfiducia, l'indifferenza e la paura rappresentano lo stato emotivo dell'epoca.


(...)Benita non si faceva illusioni. Era un animale come tutti, indifferente alle sofferenze degli altri come gli altri lo erano delle sue.”
(citazione tratta dal testo)

Jessica Shattuck ha creato una trama intensa, struggente e forte nel suo messaggio. Un romanzo che colpisce al cuore e allo stomaco del lettore, lasciandolo sorpreso e basito di fronte a certe scelte o atteggiamenti delle donne. Atteggiamenti che appaiono freddi, impassibili, a volte enigmatici e spesso incomprensibili. Ma nulla è lasciato al caso, al contrario, l'autrice ha evidenziato quelli che potevano essere i comportamenti di allora, togliendo spazio al sentimento per far spazio al coraggio e alla caparbietà di tre donne che hanno fatto di tutto per sopravvivere, anestetizzando il loro cuore e la loro anima.
L'autrice ha posto il lettore al centro di ogni scena o scelta, infondendogli innumerevoli dubbi e molteplici domande, spingendolo a chiedersi come avrebbe reagito se si fosse trovato nei panni delle tre protagoniste o se avesse vissuto in quell'epoca. Avrebbe assecondato il proprio istinto o seguito la corrente? Avrebbe guardato dall'altra parte, chiudendo gli occhi di fronte all'orrore, la miseria e la morte? Avrebbe lottato, perseguendo la verità e la giustizia o avrebbe scelto il silenzio?
Difficile dare una risposta, quello che il lettore può fare è leggere la storia scevro da qualsiasi pregiudizio o preconcetto.

La pace e l'abbondanza degli ultimi tempi erano come una sottile trapunta allargata su un mucchio di letame. Nessuno era innocente.”
(citazione tratta dal testo)

Marianne, Benita e Ania sono tre donne apparentemente fragili, ma la loro determinazione, caparbietà e coraggio le ha salvate da loro stesse e in momenti critici. Sono donne dalle molteplici sfumature che il lettore imparerà a conoscere pagina dopo pagina, avvenimento dopo avvenimento. Spesso sono un enigma l'una per l'altra e pur condividendo lo stesso spazio e un tratto della loro vita, molti dei loro segreti rimangono chiusi ermeticamente nel loro cuore.
Ho trovato il personaggio di Marianne meno energico e forte rispetto a Benita e Ania, forse avrei dato più spazio e incisività al suo carattere e alla sua storia.

Le loro vite si erano intrecciate in uno strano momento, un momento senza tempo, reciso dal passato, prima del futuro. Un momento dettato da bisogni basilari. Cosa ne sapevano in realtà, l'una dell'altra?”
(citazione tratta dal testo)


Se c'era una cosa che aveva imparato, era che bisognava agire. Tirarsi su e affrontare gli ostacoli che si incontravano sulla propria strda. Stare seduti ad aspettare equivaleva alla morte.”
(citazione tratta dal testo)


Cosa succederà ad Ania, Benita e Marianne? Riusciranno a dimenticare gli orrori della guerra? Riusciranno a ricostruire se stesse e la propria vita?
A voi scoprirlo, lasciandovi travolgere dalle parole e dal romanzo di Jessica Shattuck.
Le donne del castello” vi aspettano.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

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