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mercoledì 13 giugno 2018

Recensione: "Quella piccola libreria in fondo alla strada" - Camilla D'Amore

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 Titolo: "Quella piccola libreria in fondo alla strada"
Autrice: Camilla D'Amore
Editore: Newton Compton Editori




Adagiata tra le colline dell'Inghilterra del Sud, si trova una cittadina tranquilla, silenziosa, con splendidi viali alberati. Mills è la città dei fiori ed è una delle più pittoresche della regione. Negozi caratteristici, si susseguono l'uno accanto all'altro, regalando non solo la vista di oggetti e merci interessanti ma, soprattutto, l'intrecciarsi di storie, persone e vite passate e presenti.
Tra le sue strade si incrociano vite, destini e due solitudini che attirano la nostra attenzione. Due ragazzi destinati a conoscerci, dando vita e anima a questo romanzo.
Elise Evans, la protagonista femminile, vive e lavora a Mills. La sua vita scorre tranquilla e serena tra la famiglia e il lavoro alla libreria del signor Clancy. È una ragazza senza grilli per la testa, non ama rischiare e preferisce stare chiusa al sicuro nel suo mondo fatto di libri, cucito e abiti stravaganti. Il suo carattere schietto e gentile, attirerà l'attenzione del nuovo vicino di casa: Sefron Wyler.
Il ragazzo ama la solitudine, è un violinista affermato e si è rifugiato a Mills per risolvere un problema che gli preclude la possibilità di continuare a suonare.
Difficile dire come queste due solitudini potranno avvicinarsi, riconoscersi e comprendersi, ma a questo ci penserà Camilla D'Amore, attraverso le sue parole, che ci sveleranno la storia e i misteri che si celano tra le pagine del romanzo e tra le vite dei vari personaggi, che si incroceranno e influenzeranno intensamente.
L'autrice ha narrato una storia carina, delicata, trattando una problematica seria come la distopia. Nonostante tutto, la storia non sembra coinvolgere in pieno il lettore, molti sono gli avvenimenti, i personaggi e le storie che si intrecciano e sembrano rimanere in superficie senza entrare più in profondità. Ritengo che alcune situazioni, avessero bisogno di più tempo e spazio per venire fuori con forza e potenza, per dare più carattere e incisività alla storia.
La solitudine dei due protagonisti è comprensibile, meno la loro incapacità di comunicare su argomenti importanti e a volte anche su questioni semplici, spesso si ha la sensazioni di girare intorno a dubbi e perplessità che potevano essere risolti con una frase o ponendo una semplice domanda.
Questo girarci intorno, se protratto a lungo potrebbe stancare e annoiare il lettore.
Mi dispiace, perché ho creduto fortemente nella trama.
Lascio a voi, come sempre, la scelta di leggerlo e sovvertire completamente il mio punto di vista. Aspetto i vostri pareri e buona lettura!!!



(Marianna Di Bella)

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