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mercoledì 11 aprile 2018

Recensione: "Le radici impossibili" - Alfredo Poloniato

Le radici impossibili, viaggio, anima, se stessi, insofferenza

 Titolo:
"Le radici impossibili"

Autore:
Alfredo Poloniato

Editore:
Casa Editrice Kimerik




Ci sono momenti, nella vita, in cui sentiamo dentro di noi, il bisogno di evadere dalla noia e dalla routine quotidiana. Desideriamo viaggiare, vivere nuove avventure, scoprire posti nuovi e provare nuove emozioni. Vogliamo non avere radici per volare via, leggeri come piume.
Liberi.
Senza appigli.
Senza costrizioni o legami.
E...
E rimanere fermi. Ancorati alle nostre insicurezze e delusioni. Ci adagiamo alla vita piatta e noiosa, ripetendo gli stessi errori. Chiudiamo ermeticamente i nostri sogni in cassetti, armadi o qualsiasi altro posto e li abbandoniamo. Fino a quando quel brivido di cambiamento non ritorna, e ricominciamo tutto dall'inizio, come in un circolo vizioso. Come Adriano Spina, il protagonista del romanzo di Alfredo Poloniato.
Adriano, è nato ad Istria e la sua infanzia è stata segnata e influenzata dalla guerra e dalle privazioni fisiche ed affettive.
La seconda guerra mondiale ha segnato molte vite, molte persone che ancora oggi portano cicatrici indelebili nelle loro anime. Alcuni, per lenire il dolore e non soffrire, si sono rifugiati nei sogni e in un'altra realtà, allontanandosi dagli orrori della guerra. Anche Adriano? Probabilmente. Sin da bambino è sempre stato molto introverso, perso nei suoi sogni e difficilmente si apriva agli altri e alla sua famiglia.
Crescendo, sente sempre di più l'esigenza di andare via dal suo paese e da una terra che non sente sua e in cui non si riconosce. Non vuole avere radici, al contrario, vuole essere libero di viaggiare e vivere la sua vita. Così, un giorno, senza dire nulla ai suoi genitori, prende la sua valigia e va via di casa per trasferirsi a Trieste, meta della sua nuova esistenza.
Riuscirà Adriano a vivere la vita che sogna?
Riuscirà a superare le sue insicurezze, il suo malessere e la sua apatia?
A voi scoprirlo, seguendo la vita di un uomo complicato e insofferente. Un uomo che cerca qualcosa, ancora non bene identificato, che lo aiuti a chiudere quel buco nero che sta divorando la sua anima.
Questo romanzo è un viaggio all'interno di un animo delicato, insicuro e per questo motivo occorre entrare nella sua vita in punta di piedi, sedersi tra le righe del libro per osservare e comprendere appieno questa persona tormentata e sola. Una persona che ha stati emotivi altelenanti e ripetitivi: prima euforia per le novità, poi momentaneo appagamento e infine noia e apatia. Un circolo vizioso che lo porta a sentirsi incompleto e a non rendersi conto di ciò che ha e delle persone che realmente lo amano.
Alfredo Poloniato riesce a tratteggiare, perfettamente, il carattere di Adriano e la sua complessa struttura psicologica. Ma la bellezza del romanzo è data, soprattutto, dagli altri personaggi che prendono vita dalle parole e descrizioni dell'autore, regalandoci un libro bello e intimista.
Personaggi in cerca di se stessi e della propria libertà.
Personaggi e vite che si intrecciano come le radici di un albero, che prendono linfa vitale dalla terra, aiutandosi vicendevolmente e dove ognuno influenzerà, inconsapevolmente, l'altro.
Personaggi, vite e radici che si intrecciano, presentandoci un quadro apparentemente semplice ma che si rivelerà profondamente intimista e sofferente.
Un quadro e un libro che vi consiglio di leggere.
Buona lettura!!!


(Marianna Di Bella)

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