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giovedì 9 novembre 2017

Recensione: "Mille giorni d'inverno" - Daniela Nardi

Titolo: "Mille giorni d'inverno"
Autrice: Daniela Nardi
Editore: Lettere Animate


Sud Italia.
Seconda Guerra Mondiale.
Le città sono sotto assedio, bombardate dall'alto da aerei che portano solo morte e distruzione.
La gente vive costantemente con il terrore di morire, con la paura di sentire il suono delle sirene che annunciano l'imminente bombardamento. Al primo suono corrono disperatamente cercando di raggiungere i rifugi, sperando di salvare se stessi e la propria famiglia. Sono spaventati, nei loro occhi si legge solo terrore e angoscia.
Il rombo dei motori degli aerei si fa sempre più forte, sono vicini. Le lampadine si muovono, i muri tremano e i calcinacci si staccano dal soffito. Ecco la deflagrazione, forte e devastante, purtroppo qualcuno là fuori non ce l'ha fatta. I sopravvissuti piano piano escono dai nascondigli e intorno a loro c'è solo morte e distruzione, ma la vita va avanti e tra lacrime e dolore si riprende la quotidianità. Tra questi troviamo anche Mari, la nostra protagonista. Ha quindici anni e vive in città insieme alla mamma Rosa, il papà Eduardo e i fratelli Luigi e Bruno. All'ennesimo bombardamento, il padre decide di trasferire la famiglia in un paese nella valle del Sarno, allontandandoli dalla città e dai pericoli.
Il paesino è circondato da campi coltivati, il tempo sembra si sia fermato ma la guerra è giunta anche qui e con essa la fame. Per i ragazzi non è facile abituarsi al trasferimento e alla vita di paese, hanno l'impressione di essere stati privati di qualcosa che non riescono a definire ancora bene, ma che comprenderanno solo a distanza di anni. Sono stati privati della loro adolescenza, così come molti altri ragazzi e bambini che in quegli anni hanno conosciuto solo morte, distruzione e dolore.
In questo testo ci ritroviamo a vivere a stretto contatto con le emozioni e le avventure di Mari e dei suoi fratelli. Questo libro è una testimonianza vera che ci invita a capire e comprendere quanto fosse difficile crescere e convivere con il continuo stato di precarietà esistenziale.
Daniela Nardi, riesce a narrare fatti e persone realmente esistite con un tocco delicato, con sensibilità e con il giusto rispetto. Ci narra gli avvenimenti come se fossero parte di una favola, dove tutto sembra sospeso nel tempo e gli eventi sembrano procedere lentamente come al rallentatore. Molti saranno gli episodi tragici che vedranno coinvolti i ragazzi e gli abitanti del paese, ma la capacità narrativa dell'autrice ci permette di comprenderli e viverli appieno, percependo quel senso di vuoto esistenziale, di oppressione, violenza e dolore che hanno contraddistinto quegli anni.
Lasciatevi prendere per mano dall'autrice, seguitela attraverso i sentieri dei ricordi e della memoria. Sarà un viaggio doloroso, ma è importante narrare e ricordare a noi stessi e alle nuove generazioni cosa hanno rappresentato quegli anni.
Non dimenticate.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

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