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lunedì 18 settembre 2017

Blogtour & Giveaway: "Continua a viaggiare con noi" - Prima Tappa: Presentazione dei romanzi e del blogtour

Dopo il ritorno dalle vacanze estive, sei scrittrici organizzano un viaggio attraverso le pagine dei loro romanzi: nella valigia del blogtour tante promozioni e give away!


Le autrici e i romanzi protagonisti sono:

Fotografie in Re Maggiore - Claudia Bresolin
Come un’isola – Monika M
Devi orzare, Baal! – Virginia Less
Lettere fra l’erba – Clara Cerri
Il Professionista – Flavia Cantini
Lieve come la neve – Chiara Trabalza


Ecco le tappe:

18/09 – Libri, il nostro angolo di paradiso
Presentazione dei romanzi e del blogtour
20/09 – Les Fleurs du Mal
Stress da rientro? Ecco i consigli ispirati ai romanzi
22/09 – Un buon libro non finisce mai
Viaggi nella città di ambientazione dei romanzi
25/09 – L'equazione dei libri 
Viaggia nella città di ambientazione dei romanzi
27/09 – La stamberga d'inchiostro 
Fotografie di viaggio: le copertine dei romanzi e fotografie


Non si parte per un blogtour senza mettere in valigia promozioni e give away!

Promozione

Tutti i romanzi (nei formati ebook e cartacei) saranno scontati del 65% acquistandoli attraverso il sito www.youcanprint.it inserendo al momento dell’acquisto il codice promozionale BLOGTOUR1

Give away

Per ogni tappa c’è la possibilità di vincere i romanzi in regalo, ebook ad ogni tappa e i romanzi in formato cartaceo all’ultima tappa, favorendo chi ha seguito più tappe condividendo su facebook.
Come vincere?
- Commenta le tappe nel blog senza dimenticare di specificare quali delle seguenti azioni si sono effettuate:
- Lettore fisso al blog (quando possibile)
- Mi piace o seguire le pagine delle autrice o dei romanzi su Facebook
- Condivisione sulla propria pagina Facebook del post


Più informazioni nelle pagine delle autrici e nei blog che ospitano il blogtour:

Libri, il nostro angolo di paradiso
Les Fleurs du Mal
Un buon libro non finisce mai
L'equazione dei libri
La Stamberga d'Inchiostro


Fotografie in Re Maggiore
Monika M
Virginia Less
Clara Cerri
Il volo delle lanterne
Flavia Cantini

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I romanzi protagonisti del blog tour, 
scegli tra quali pagine vuoi viaggiare:


Devi orzare Baal - Virginia Less
Il giovane Paolo è imbarcato come prodiere su Excalibur, un quaranta piedi da regata che partecipa a un torneo a tappe. A Punta Ala conosce Micaela, velista bella e capace, con la quale vivrà una breve e sfortunata storia. Baal, il suo ruvido skipper, ritrova amici naviganti persi di vista da tempo: tutti, sportivi appassionati ed esperti, si preparano con entusiasmo alla competizione. Ma, ancor prima del via, un curioso e inspiegato incidente provoca la morte di uno di loro; altri eventi luttuosi accompagneranno il circuito. Toccherà a Baal, anch’egli in pericolo di vita, risolvere drammaticamente il giallo?


Fotografie in Re Maggiore – Claudia Bresolin
Che cos’è la felicità? È ciò che si chiedono Elisa e Livia, due amiche perfettamente in sintonia, come il bianco e il nero dei tasti di un pianoforte. L’amore è un momento perfetto che dura quanto lo scatto di una fotografia, come crede Livia? O deve togliere il respiro e superare lacrime e sofferenze, come ritiene Elisa? La loro amicizia è invidiabile, quasi perfetta, ma lo scontro di visioni contrapposte può metterla a repentaglio. Tra i vicoli di Roma s’intrecciano le voci alterne di Livia ed Elisa, in un continuo susseguirsi di toni intimi e soavi, ma anche ironici e vivaci.


Lettere Fra l’erba – Clara Cerri 
Isabella cerca di ricostruire il volto di una madre che non ha mai conosciuto dai ricordi degli amici di lei, dalle lettere di un'amica lontana, dallo stesso bisogno di amore e di bellezza che sente crescere dentro di sé. Lentamente si farà strada tra i rimorsi e i silenzi di suo padre e di tutti quelli che la circondano, attraverso momenti di rabbia e di sconforto, per trovare la sua verità su Ilaria, sua madre, e sulla storia d'amore che ne ha segnato la vita. Ha perso l'infanzia, che è finita. Ma le risate, quante risate ha fatto, quante volte in quattro mesi l'ha fatta ridere quell'uomo che il sogno maldestro ringiovanisce? Forse più di quelle che sua madre immaginava, ed è bello pensarlo».

Lieve come la neve – Chiara Trabalza
Camilla è giovane e indipendente, ha un ottimo lavoro in una casa di moda, vive da sola in un delizioso appartamento ed è fidanzata con il suo capo che le regala viaggi e divertimenti. La sua vita perfetta, scandita da ritmi frenetici e serate mondane, viene sconvolta dalla notizia della morte di sua sorella con la quale non parla ormai da otto anni. Ma il destino ha in serbo per lei un altro imprevisto. Le viene data in affido una bambina, sua nipote Viola, di cui lei ignorava perfino l’esistenza...

 
 
Il professionista – Flavia Cantini
Un drammatico ambientato nell'attuale crisi economica e in una società dove la disoccupazione, soprattutto giovanile e per gli "over", è terribile.
Un romanzo crudo ma che sa, allo stesso tempo, conservare buoni sentimenti e il valore profondo di un'amicizia.
Un romanzo scritto interamente di notte. Un romanzo che colpisce, un romanzo toccante. Un romanzo ingiusto. Ingiusto come la crisi. Un romanzo forte. Forte come l'amicizia vera.
 
 
Come un'isola – Monika M
Lucrezia , la protagonista, allineerà la sua vita a quella di Victor convinta di poter, come sempre nella sua vita, controllare tutto . Nulla sarà più diverso da ciò che lei aveva pianificato fino a conoscere la travolgente ribellione, fiera del suo orgoglio ingaggerà una guerra con il suo stesso cuore per non concedersi ad un amore non corrisposto .Si tufferà volontariamente in due occhi crudeli e belli sapendo che vi troverà la morte per annegamento, consapevole che quel che dopo l'aspetterà non sarà più vita , ma sopravvivenza scandita da una inguaribile mancanza, dettata però dalla libertà della scelta fatta .Siamo spesso schiavi dei nostri limiti , ma quanto di noi siamo disposti a tradire per oltrepassarli? 

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Continua a viaggiare con noi

Tappa 1 - Presentazione dei romanzi e del blogtour

Partiamo!
L’estate volge al termine e cosí i nostri viaggi, si ritorna alla solita vita. Il ritorno dalle vacanze è a volte difficile, ma noi conosciamo un altro modo per viaggiare, per andare lontano ogni giorno, senza dover prenotare e senza dover fare la valigia.
V’invitiamo a viaggiare nei nostri romanzi ad accompagnare i nostri personaggi nelle loro vite, nelle loro avventure.
Sei scrittrici per sei romanzi molto diversi che nei prossimi giorni proveranno a portarvi via con loro.

In questa prima tappa vi presentiamo i nostri romanzi attraverso un estratto

Devi orzare, Baal – Virginia Less
«È stato molto bravo lei a non cadere dall'albero! -intervenne Serena con aria ammirata - Si vede che ha ottimi riflessi e una forma fisica perfetta!»
Nessun maschio tra i quindici e i novant'anni sarebbe riuscito a non assumere l'espressione compiaciuta e un po' fatua che si stampò sulla faccia aguzza di Baal nell'udire una tale dichiarazione ammirativa, visto che a pronunciarla era quel tocco di donna!
Bruna, formosa e abbronzata la Di Biase avvolgeva lo skipper, bassetto al suo confronto, con lo sguardo luminoso, trasmettendogli, era palese, la sensazione di un caldo abbraccio. (p. 49)
Paolo mancava di esperienza e non si riteneva dotato di particolari attrattive. Fin dalla prima adolescenza aveva trascorso più tempo in barca che dietro alle ragazze; le sue poche storie erano state occasionali, non gli era mai capitato di intraprendere scientemente una conquista, né era un gran parlatore. Se ne stava dunque rigido sul divano, tentando con ansia di fare ordine tra sensazioni e pensieri per tirar fuori qualche frase che non lo facesse apparire un cretino.
Gli tornavano nitide davanti agli occhi due immagini contrastanti della bella ragazza che gli sedeva accanto, silenziosa e del tutto a suo agio, almeno all'apparenza.
Antipatica e boriosa quella della prima regata, quando il Farr li aveva superati in partenza, lieta e gradevole quella del pomeriggio al timone. Una porta aperta su un mondo interiore affascinante perché (o era un'illusione che nasceva dal bel viso e dal corpo attraente?) incentrato su quel che Paolo amava più di tutto: la vela.(p.50)
Lettere fra l’erba – Clara Cerri
In "Lettere fra l'erba" la narrazione si svolge su due piani temporali: nel presente la protagonista è Isabella, una ragazza orfana di madre che torna a vivere con suo padre dopo aver passato l'infanzia e la prima adolescenza in collegio. L'incontro casuale con gli amici di sua madre Ilaria la porterà a interrogarsi sul passato e a iniziare una ricerca che gli adulti aiuteranno e ostacoleranno a fasi alterne, perché è un passato carico di rimorsi e di rimpianti. Ma Isabella scoprirà la verità attraverso le lettere inviate da un'amica di sua madre e soprattutto grazie alla sua capacità di leggere in se stessa, di riconoscersi simile a sua madre nel suo bisogno di essere amata e di capire gli altri. La storia di sua madre narra di un amore che poteva essere felice e non lo è stato, che sembra essere perduto per sempre ma riemerge, contro ogni previsione, in un finale che fa intravedere la possibilità di ridere ancora insieme e affrontare la vita con coraggio.

Fuori dalle tende era già l'alba, avevano appena il tempo di guardarsi e sorridersi col respiro mozzato. Bisognava alzarsi da quel tappeto, Ilaria aveva la schiena arrossata e si muoveva come una bambola rotta, lui la fece sdraiare sul divano, andò a prendere un plaid per coprirla, poi spense le luci e si coricò accanto a lei.
«Appoggiati sulla mia spalla, riposiamo un'oretta, lo vedi, ce l'ho pure io l'incavo apposito per la testa delle amanti, te l'ho detto che sono come un monolocale giapponese...»
Quando Ilaria si svegliò di ore ne erano passate due, se non di più, ed era giorno fatto. Per un attimo fece fatica a capire dove fosse, nuda tra la pelle di un uomo e un plaid che pizzicava, e l'uomo russava, per giunta. Era terribilmente tardi, in tutti i sensi. E doveva tornare a casa. Tornare a casa era l'ultimo atto della commedia atroce e grottesca di quella notte, l'ultimo e il meno divertente. Lui la sentì muoversi e aprì gli occhi, la riconobbe e sorrise.
«Come stai, amore?»
Amore? «Bene, e tu?»
La baciò e le si stiracchiò addosso come un gatto.
«Benissimo, ma ho un sonno... Non vuoi dormire un altro po'?»

Come un’isola - Monika M
Nel lungo corridoio, decorato con affreschi dei padri inquisitori, si udiva unicamente lo stridio delle suole di gomma delle scarpe da ginnastica, Lucrezia confrontava i volti ritratti con la guida che teneva sotto al naso per dar loro un'identità mentre a passo lento si avvicinava al cuore dell'edificio che si affacciava su quell'ambiente. Stanze un tempo riservate all'inquisitore e che oggi invece ospitavano personalità illustri in visita al convento, secondo la cartina consegnatale con il biglietto di ingresso, l'accesso era proprio nel corridoio che ora percorreva. Sul fondo erano invece indicati gli uffici dell'inquisizione con annessa prigione sotterranea, al piano superiore erano collocate i luoghi della Consulta, ovvero dove i processi avvenivano, e la cappella. Lucrezia fissò il soffitto chiedendosi quale giustizia quell'allegoria raffigurasse in una stanza dove innocenti erano stati giudicati e condannati a morte dopo torture indicibili. Con stupore aveva infatti appreso che i domenicani del Convento di San Domenico erano stati i più feroci e crudeli inquisitori d'Europa soprattutto nei confronti delle streghe che si rivelavano poi essere astronome, erboriste o prostitute. Nei verbali delle torture erano riportate confessioni delle donne che giuravano di aver partecipato ai Sabba volando su scope presso i boschi del Paderno, ma gli storici autori della brochure non dimenticavano di informare il visitatore che tali confessioni erano da attribuire non solo alla tortura ma anche e soprattutto alla canapa. Nel bolognese un tempo era infatti molto diffusa la coltura della canapa ed i contadini non disdegnavano di mangiarla in varie ricette, la povertà imponeva di nutrirsi con tutto ciò che si coltivava.
Nuovamente in strada estrasse il taccuino su cui aveva appuntato le informazioni che Walter le aveva sciorinato nel pub.
-Torresotto. . . . Porta Nova? - chiese quindi ad un passante. Voleva vedere la casa che aveva ospitato la Enormissima.
- Affaccia su piazza Malpighi, incrocio tra Via Porta Nuova e Via Finzi. . - le indicò l'anziano sulla cartina che Lucrezia teneva aperta davanti a sé. -Ah, la Gentile Budrioli dopo tanti anni ancora non l'abbiamo dimenticata, quella strega! - disse poi ridendo l'uomo che lento si allontanò scuotendo il capo teneramente.
Rimase incantata a guardare quella schiena incurvata che sotto i romantici portici si rifugiava e quel vecchietto che sembrava pensare ad un amore lontano e rabbrividì. Lucrezia estrasse nuovamente il cellulare, non aveva fatto altro da quando aveva aperto gli occhi che guardarlo con un attesa crescente come l'ansia che l'accompagnava. E se non torna più? Non faceva che chiederselo angosciata, era come essere ancora legata a quel letto perché lei era incapace di ricercarlo, fondamentalmente aveva bisogno lo facesse lui per una conferma, per sapere che davvero voleva lei. Non aveva alcun valore per lei, altrimenti. Lo amava, lo amava molto e voleva esser amata con altrettanto vigore. Se lui avesse abbandonato al primo ostacolo non avrebbe fatto meno male, sarebbe però stata limitata l'illusione. Sospirò cercando di domare la paura che conosceva bene, quella dell'abbandono.

Fotografie in Re Maggiore – Claudia Bresolin
I titoli di coda scorrevano bianchi sullo schermo nero.
Non avevamo mai avuto fretta di uscire dalla sala alla fine della proiezione. È gradevole poter discutere del film, ancora protette dalla luce bassa della sala, sedute sul comodo velluto, avvolte dalla leggera colonna sonora. Livia fu piuttosto perentoria nella sua tesi:
E dopo qualche anno uno dei due si annoierà a morte dell'altro –
Ma ci sono molte persone che vivono storie del genere –
Non oltre i limiti di spazio e tempo. Soprattutto per quanto riguarda il tempo –
Non è una risposta troppo semplice? Insomma tutti dicono di quest’amore che poi si affievolisce… ma… –
Livia non mi fece terminare:
Lo so, è una spiegazione troppo semplice, ma è un dato di fatto. L’amore con gli anni diviene affetto e questo nel migliore dei casi, ma noi stiamo parlando di amore e non di affetto –
Io trovo che ci siano amori così forti che se sono in grado di superare qualsiasi ostacolo, possono sopportare anche il tempo –
Con baci freddi e sguardi stanchi –
L’accogliente sala del cinema, solitaria. Le poltrone rosse, l’illuminazione soffusa, le parole sono solo bisbigli. Il pavimento è silenzioso, soffice, e occasionalmente accompagnato da qualche popcorn, perdonabile. Ce ne andammo.
La porta di casa si chiuse di colpo, Livia pensava ancora al film:
Tu pensi che Andrea sia il tuo amore, l’amore eterno? –
Aprendo una bottiglia di vino rosso, esitai a rispondere:
Non so –
Livia posò il vetro di due bicchieri sul tavolo, il loro tintinnio intimò una mia risposta, un’indecisione falsa e ridicola:
Non so –
Corressi la mia risposta:
Sì. Sì, non può essere nessun altro e nient’altro –Tra me e Andrea un sottile filo, come quello di una ragnatela, ma più forte, tanto che non poteva esser distrutto da nessuna persona o circostanza.
Il vino nei bicchieri illuminava la conversazione. Un sorso destò la mia bocca:
– Penso che gli amori più intensi siano quelli mai esistiti, quelli inventati, nella letteratura, da un dipinto, dal cinema o che so io –
Quelli che non esistono. Quelli che finiscono all’inizio, all’apice: non sapremo mai se Darcy dopo cinque anni abbia provato solo affetto per Lizzie, quindi per noi rimarrà sempre intenso e senza fine –
Già, in qualche modo per noi è perfetto così. O Heathcliff e Cathy, insomma, non sono mai stati uniti, ma il loro amore è per sempre –
Con una vita e un finale così allegro! –
Ma forse per certi versi ancora invidiabile –
In questo caso preferisco pensare a Lizzie e Darcy, qualcosa di meno tormentato –
– Baby, when it's love if it's not rough it isn't fun –

Il Professionista - Flavia Cantini
Nell’umida e fatiscente camera da letto della vecchia casa, Saverio diede, per l’ennesima volta, una rapida occhiata al monitor del suo preistorico notebook e si accinse sconsolato, come sempre, a eliminare tutti i messaggi di Spam che intasavano la casella di posta elettronica.
Niente da fare, nessuna risposta alle tante, troppe, e-mail che aveva inviato, pieno di speranza, per proporsi ad aziende, studi e uffici vari con l’intento di iniziare a lavorare, a guadagnare qualcosa o, almeno, a fare gavetta.
Si era laureato un anno prima in Architettura con il massimo dei voti ma non pretendeva “chissà cosa” agli inizi: si accontentava benissimo di poter accumulare esperienza, arricchire il curriculum ed era disposto ad accettare anche un semplice rimborso spese.
Eppure nulla, nessuna risposta, nessuna chiamata, al massimo un paio di “Attualmente, visto il periodo di crisi che stiamo attraversando, non possiamo assumere neanche stagisti a titolo gratuito. Siamo spiacenti. Cordialmente” che rendevano la ricerca ancora più assurda e frustrante.
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Prego, si accomodi. Questo è l’ufficio del Capo. Parleremo in tutta tranquillità” disse ancora l’uomo, indicando una porta a vetri sulla destra che si affrettò ad aprire.
Saverio entrò sforzandosi di mantenere un atteggiamento calmo e sicuro e, subito, un uomo sulla cinquantina si alzò e gli diede un caloroso benvenuto con una vigorosa stretta di mano.
La stavamo aspettando. E’ sempre un piacere incontrare giovani volenterosi con cui poter sperare di avviare una proficua collaborazione. Ma si sieda pure” continuò, indicando una poltroncina (uguale a quelle dell’ingresso) al ragazzo che stava impacciato al centro della stanza.
Si sedettero tutti e tre “nell’angolo relax” ricavato accanto alla finestra in quell’enorme ufficio che ospitava anche una libreria in noce con volumi pregiati, un divanetto francese a due posti bianco, una scrivania in noce e due esemplari ben curati di bamboo medi.
Caffè, liquore, cocktail, acqua? Cosa gradisce?” chiese poi il Capo sorridendo.
Saverio, in evidente soggezione, optò per un bicchiere d’acqua naturale.
Bene, passiamo alle presentazioni. Io mi chiamo Francesco e lui è Daniele, il mio assistente o braccio destro che dir si voglia. Lei è…? Va bene solo il nome, per ora”.
Saverio” rispose il giovane schiarendosi un poco la voce. Non sapeva perché ma avvertiva una strana sensazione, come se qualcosa lo mettesse in guardia da quello che non sembrava un convenzionale colloquio e da quelle persone forse anche troppo gentili.
Ah, benissimo. Abbiamo ricevuto la sua mail. Ci racconti un po’ di lei”.
Il ragazzo sorrise e cercò di superare la timidezza focalizzandosi sui punti chiave del suo curriculum e delle sue esperienze.
Ho venticinque anni, mi sono laureato in Architettura, ho seguito corsi di design anche al di fuori dell’ambiente accademico, ritengo di avere una buona capacità di relazionarmi con gli altri…”
I due sembravano ascoltare distrattamente e lo interruppero a metà discorso.
Bene, bene” il Capo si accese una sigaretta e fissò Saverio negli occhi per domandargli: “Ora, come sa, noi non ci occupiamo di Design ma di altro. Come si pone di fronte all’eventualità di svolgere un lavoro diverso da ciò per cui ha studiato?”
Saverio rispose prontamente: “All’inizio io mi accontento, il periodo è davvero difficile e non vi nascondo che un lavoro mi farebbe più che comodo”
Qualsiasi lavoro?” insistette il signor Daniele.
Sì… direi di sì, non credo di avere molta alternativa purtroppo, almeno non per il momento”
Il Capo annuì pensieroso e accartocciò la sigaretta in un posacenere d’argento.
Noi siamo ben felici di ampliare l’organico, di avere nuovi collaboratori ma il lavoro che proponiamo non è per tutti. Io posso farle una proposta. Ma” aggiunse serio passando al tu “parliamo di cose che potrebbero non farti piacere”
Saverio sentì un brivido freddo lungo la schiena. Non gli piacque il tono usato dal Capo ma non se la sentì di replicare per cui alzò le spalle in segno di noncuranza.
Non ti occuperà tutto il giorno questo lavoro. Niente turni ne full time, part time o roba simile. Sarà a chiamata. Ma dovrai essere sempre reperibile, passasse anche un mese senza ricevere notizie da parte nostra” il Capo fissava Saverio con occhi imperscrutabili.
Massimo riserbo. Silenzio. Serietà. Non una parola, che sia una, con altri. Anonimato e dissimulazione. Te la senti? Posso dirti quale sarà la tua mansione e di cosa ci occupiamo?” chiese poi, con voce tagliente.

Lieve come la neve - Chiara Trabalza
Prendemmo in prestito la macchina dei miei genitori e ci dirigemmo verso Notre Dame. Parcheggiammo e ci avviammo a piedi lungo il ponte sulla Senna. Era una bella serata di luna piena, di quelle così grandi e rotonde con il contorno bianco di nuvole come si vedono nei film romantici. L’aria era fresca ma non pungente e il cielo era ricco di stelle, una cupola luminosa e luccicante sopra le nostre teste. Ci fermammo lungo Pont des Arts, appoggiandoci alla ringhiera ricolma di mille lucchetti, infinite promesse d’amore delle tante coppie di fidanzati che si giuravano il loro amore eterno in quel modo buffo e romantico allo stesso tempo. Andrea si avvicinò a me poggiando le sue mani sui miei fianchi e nascose il viso sul mio collo annusandomi, con quel suo gesto che mi piaceva così tanto. E in quel momento, all’improvviso, percepii qualcosa di inarrestabile che mi salì su fin dallo stomaco e che arrivò fino alle mie labbra, un moto d’amore che non potevo più trattenere. «Ti amo amore mio» dissi in un sussurro perdendomi nei suoi occhi che riflettevano la luce argentata della luna. Le parole mi uscirono da sole dando voce ai miei pensieri, senza filtri e senza che riuscissi a trattenerle. Mi resi conto che, da quando stavamo insieme, io non gli avessi ancora mai detto di amarlo. Troppo spaventata per aprire il mio cuore avevo sempre tenuto per me, nascosti in fondo al mio animo, i sentimenti che provavo per Andrea. Decisi di aprirgli il mio cuore, là, in quel momento. Era giusto che anche io gli facessi capire quanto davvero lui fosse importante per me e quanto io lo amassi. Era arrivato il momento di dire basta alle paure e ai fantasmi del mio passato. Ero una donna nuova, più matura e più forte, consapevole di me stessa e dei miei sentimenti e amavo un uomo alla follia, oltre ogni ragionevole dubbio. E quell’uomo era là davanti a me, si perdeva nei miei occhi, si abbandonava alle mie labbra, era una dichiarazione d’amore continua. Volevo essere onesta anche io con lui e giocare le mie carte.


Ora che avete fatto conoscenza con i romanzi protagonisti del blogtour, potete seguire i loro consigli da stress da rientro nella prossima tappa: 20 settembre nel blog Les Fleurs Du Mal
E non dimenticatevi di commentare per partecipare al give away!

4 commenti:

  1. ciao, sono nuova in questo mondo e quindi inesperta. Vorrei partecipare, come si fa? ho scelto il libro che voglio seguire...mi daresti altre info? posso creare un post nel mio blog? Se fosse per sempre dove parlo di questo blogtour? un bacio

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    1. Ciao Ale Bla, grazie per essere passata. Vedrai che ti divertirai con questo blogtour.
      Buona fortuna!!

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  2. Ciao Ale Bla, sono Claudia Bresolin, una delle autrici. Per partecipare basta aver commentato il post, essere lettrice fissa di questo blog e mettere like alle pagine facebook delle autrici o dei romanzi (i link sono all'inizio di questo post). Se vuoi, puoi certamente parlare del blogtour nel tuo blog.
    Per seguire il resto del blogtour, basta proseguire a visitare gli altri blog nelle altre date. Buon viaggio insieme ai nostri romanzi ;)

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    Risposte
    1. Grazie mille, gentilissima e chiarissima.
      Allora preparo le valigie. :)

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