Titolo: Il Treno degli Orfani
Titolo Originale: The Orphans of the Train
Autrice: Gill Thompson
Editore: Newton Compton Editori
Hamilton, Scozia. 1939
In
un venerdì, apparentemente tranquillo, Kirsty sta aspettando il
ritorno del padre. L'uomo è un minatore e lavora nei pozzi di
Hamilton, dove si estrae il carbone. Un lavoro pericoloso e precario
che agita la ragazza. Ha paura per il padre, l'unico genitore che le
è rimasto dopo la morte della madre. È una ragazza tranquilla,
lavora, ama nuotare e da grande vorrebbe diventare un'istruttrice.
Nuotare rappresenta per lei una fonte di benessere, perché la rallegra e
l'aiuta a placare le ansie, le preoccupazioni, il cattivo umore e le
arrabbiature.
Nuotare
cura il suo corpo e la sua anima.
“Più
nuotava, più i brutti pensieri e il dolore affiorano alla coscienza
per essere trascinati via dalla corrente”
(citazione
tratta dal testo)
I
suoi sogni, purtroppo, verranno spezzati da una terribile tragedia
che di lì a poco, sconvolgerà la sua giovane esistenza.
A
causa di un grave incidente, Kirsty perde il padre e rimane orfana.
Non ha più nessuno su cui contare. Nessuno da amare. È
completamente sola.
Il
dolore è profondo e devastante. Troppo, per una ragazzina di 14
anni. Ogni angolo di strada, ogni negozio le ricorda il padre. Così,
quando il reverendo Murray le propone un lavoro come assistente cuoca
presso la Casa delle ragazze a Budapest, Kirsty accetta. Andare via
in un posto dove nessuno la conosce e non sa nulla di lei,
probabilmente è la soluzione migliore per lenire e sopportare il
dolore.
La
direttrice dell'istituto è Jean Mathison, una donna gentile,
confortevole e autorevole al tempo stesso. La donna è sempre pronta
ad aiutare il prossimo in difficoltà, ama profondamente il suo
lavoro e si prende cura di ogni ragazza presente nel suo istituto. Un
complesso che ospita molte allieve cattoliche ed ebree; proprio
queste ultime destano la sua preoccupazione più grande, perché la
situazione politica e storica è allarmante. La Seconda Guerra
Mondiale è scoppiata da poco e incombe in maniera devastante sui
destini di milioni di esseri umani.
Quando
Kirsty e Jean si conoscono vanno subito d'accordo, sono entrambe
orfane e sono straniere in un territorio pericoloso. Certo,
l'Ungheria si è dichiarata neutrale, ma i venti di guerra, la
violenza e l'aumento dell'antisemitismo aleggiano in tutta la
nazione.
La
Casa delle ragazze, per ora è una bolla di tranquillità dove Kirsty
può iniziare una nuova vita, lenendo il suo dolore e instaurando
nuove amicizie che diventeranno fondamentali per la sua crescita
interiore. Jean sarà la sua guida, una figura materna che le
insegnerà molto, in particolare a prendersi cura degli altri in
maniera incondizionata, perché un gesto di solidarietà è un
balsamo per la propria anima.
Kirsty
si affeziona, inoltre, a un'allieva dell'istituto: Anna. Una ragazza
ebrea che diventerà presto un'amica, una confidente, una sorella. Un
rapporto profondo che verrà messo a dura prova dalla guerra. Ma
Kirsty non ha alcun dubbio, qualsiasi cosa accada lei starà accanto
alla sua amica e alla sua famiglia. Infatti, quando anche l'Ungheria
entrerà in guerra e i tedeschi invaderanno Budapest, Kirsty sarà al
fianco di Anna.
Cosa
accadrà alle due ragazze? Si salveranno?
Vi
consiglio di continuare la lettura, perché ciò che vi ho raccontato
finora è solo una piccolissima parte della storia. Al suo interno ci
sono molti avvenimenti che si succedono e influiscono in maniera
profonda nella vita di Kirsty e degli altri personaggi.
Eventi
tragici che sono realmente accaduti. Come ad esempio, i
bombardamenti, la presenza del partito delle Croci Frecciate, che
voleva preservare la razza pura ungherese con episodi di estrema
violenza; oppure la crudele fucilazione degli ebrei sulle rive del
Danubio, oggi commemorato dal monumento “Scarpe sulla riva del
Danubio”.
Un
avvenimento, quest'ultimo, che mi ha profondamente commossa durante
la lettura, e vedere la foto in Rete è stato di forte impatto
emotivo. Un tragico episodio che non dimenticherò facilmente.
Gill
Thompson, non ha utilizzato solo episodi realmente accaduti, ma ha
inserito anche persone realmente vissute che si sono prodigate per
salvare il maggior numero di esseri umani, a scapito della propria
vita, come ad esempio Carl Lutz, Raoul Wallenberg e Arthur Weiss.
Anche
per le tre protagoniste, l'autrice si è ispirata a tre donne
realmente esistite.
Éva
Székely, per il personaggio di Anna, una nuotatrice ebrea che
durante la Seconda Guerra Mondiale venne estromessa dalla squadra di
nuoto locale.
Helen
Orr Gordon, ha ispirato il personaggio di Kirsty, una nuotatrice che,
in quanto donna, poteva allenarsi in piscina solamente 20 minuti.
Infine,
Jane Haining che ha ispirato la figura di Jeane. L'unico personaggio,
la cui storia all'interno del romanzo, aderisce perfettamente a
quella della vera Jane. Ma non vi dirò nulla riguardante la storia
di ogni personaggio presente nel libro, perché potrei rischiare di
svelare troppo della trama e dell'epilogo, togliendovi il piacere di
scoprire un romanzo gradevole e coinvolgente.
La lettura è fluida e
interessante. Il libro mi conquistata sin dalle prime pagine con la
storia drammatica di Kirsty e la perdita del padre. Le descrizioni
delle miniere, dell'incendio e, in particolare, il momento in cui i
parenti delle vittime si raccolgono davanti all'entrata della miniera
per scoprire il destino dei propri cari, mi ha dolorosamente colpita
nell'anima. Quel senso di angoscia e sospensione che si respira
insieme al fumo, ti entrano dentro e ti lasciano riflettere
profondamente sulla sicurezza nel lavoro, sulla pericolosità e la
precarietà della vita.
Le descrizioni presenti
nel libro, sono attente e particolari senza però eccedere nella
drammaticità degli eventi. L'autrice non oltrepassa mai il limite,
al contrario è particolarmente rispettosa del dolore e delle ferite
fisiche e psichiche; le descrive sempre in maniera misurata e
rispettosa e devo essere sincera, l'ho apprezzato molto. All'inizio
pensavo che ci volesse un impatto emotivo più forte nelle
descrizioni, invece, durante la lettura, mi sono resa conto che, pur
con delicatezza, alcuni argomenti ti entravano dentro, centrando
l'obiettivo: colpire l'anima del lettore lasciandolo riflettere sulla
vita, la morte e la solidarietà.
I personaggi sono ben
costruiti, ognuno con una profondità psicologica. Ho amato, in
particolare, le figure di Jeane e Kirsty. Jeane è il personaggio che
più di tutti fa riflettere il lettore su quanto sia importante
aiutare l'Altro. È l'unica che non si arrende, portando avanti il
suo obiettivo: proteggere quante più allieve le è possibile a
scapito della propria esistenza.
Kirsty è l'altro
personaggio che ho apprezzato molto, all'inizio del testo è
un'adolescente immatura, per alcune questioni, costretta ad
affrontare un dolore più grande di lei. Nel corso del romanzo e
degli anni che si succedono nella storia, la vedremo crescere,
maturare e diventare ogni giorno psicologicamente più forte. Non si
arrende mai e si aggrappa tenacemente ad ogni filo di speranza che le
viene concesso; è lei che trascina e sorregge Anna, quando la vede
cedere psicologicamente.
“Custodì quella
piccola scintilla di speranza come un prezioso tesoro in fondo alla
mente per farlo riaffiorare ogni volta che si sentiva scoraggiata”
(citazione tratta dal testo)
La storia di Kirsty,
Jeane e degli altri personaggi sono un insegnamento e una luce che fa
sperare ancora nell'umanità delle persone. Un umanità che,
osservando i fatti odierni, sembra che si stia nuovamente perdendo.
Unica pecca che ho
percepito nel romanzo, sono le innumerevoli occasioni di salvezza che
si presentano ad Anna e Kirsty, mi sono sembrate eccessive e inserite
di proposito per far conoscere alcuni fatti realmente accaduti. Altro
elemento che non ho apprezzato sono i capitoli finali. Personalmente
avrei interrotto la storia con la liberazione di Budapest e non sarei
andata oltre; non avrei inserito un altro periodo storico che,
secondo me, richiedeva un capitolo, anzi no, una storia più
approfondita e studiata.
In questo romanzo il bene
e il male si inseguono costantemente insieme all'amore, la speranza,
il dolore, la perdita e la rinascita emotiva e psicologica.
“Siamo due orfane
su un treno. Nelle nostre vite ne abbiamo già viste tante e
supereremo anche questo momento difficile.”
(citazione tratta dal testo)
Un libro che fa
riflettere e che vi consiglio di leggere.
Buona lettura.
Marianna Di Bella
(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro