Autrice: Ritanna Armeni
Editore: Ponte alle Grazie
Ci sono scrittori, che hanno la capacità di prendere per mano il lettore e condurlo tra le pagine del libro, facendogli vivere e percepire tutta l'intensità e l'emozione del romanzo. Lo accompagna, pagina dopo pagina, a conoscere storie straordinarie e poco note, per ridare luce a persone ed eventi che la storia ha taciuto, dimenticandoli e negando loro il giusto tributo.
Ritanna Armeni riesce sempre, con i suoi libri, a far riemergere dal passato, ricordi ed eventi che hanno avuto una grande rilevanza, non solo storica, ma anche nella vita di molte persone. Questa volta il suo sguardo si è posato su una storia particolare, avvenuta durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, e la sua penna ha tratteggiato, e ridato vita, alle protagoniste del libro: sette donne piene di fede.
Andiamo con ordine e prepariamoci ad un salto temporale di circa ottant'anni. Torniamo indietro nel tempo, esattamente a Roma nell'ottobre del 1943. Un mese dopo la firma dell'armistizio, la situazione in Italia non è migliorata, gli alleati, sbarcati in Sicilia, nel luglio di quell'anno, procedono lentamente la loro avanzata per la liberazione del paese. L'esercito tedesco li tiene bloccati lungo la linea Gustav, che difendono strenuamente. Roma dichiarata “città aperta” ad agosto, è sotto il controllo dei tedeschi che reprimono e opprimono la popolazione in ogni modo. Rastrellamenti nei quartieri, sospensione dei trasporti, interruzione di gas e luce, coprifuoco e, riduzione dei generi alimentari. La popolazione è affamata, sfiduciata, ma la Resistenza continua la sua lotta contro la feroce repressione dei nazisti.
Per ora lasciamo da parte la Resistenza e volgiamo lo sguardo verso un punto ben preciso della città: il Convento delle Francescane della Misericordia di Poggio Moiano, nel nuovo quartiere sulla via Salaria. Il convento è abitato da sette suore che vivono in povertà e armonia. Una vita semplice scandita dalle preghiere e dalle mansioni quotidiane, ma la tranquillità sta per essere stravolta da un arrivo improvviso. Il 16 ottobre 1943 bussano alla porta due famiglie in cerca di rifugio. Sono due famiglie ebree sfuggite al rastrellamento del Ghetto, avvenuto qualche ora prima. Hanno percorso tantissima strada per giungere a loro, su consiglio delle Maestre Pie delle Botteghe Oscure. Le nostre protagoniste li fanno entrare e dopo un breve consulto con Madre Ignazia, la responsabile del convento, decidono unanimemente di accoglierli e, possibilmente, salvarli.
Il secondo piano diventa il loro rifugio; ed è proprio da questo incontro che prenderà vita il romanzo, facendo rivivere una storia realmente accaduta. La storia di sette sorelle che hanno aperto le porte, non solo del convento, ma della propria anima per accogliere e aiutare 12 persone innocenti.
“...Non posso dire che le vostre tribolazioni siano finite...però noi faremo quel che possiamo...non possiamo molto, ma lo faremo.”
(citazione tratta dal testo)
Con questo libro, Ritanna Armeni non racconta una semplice storia di convivenza, ma offre al lettore la possibilità di osservare più da vicino le loro vite, per comprendere le loro azioni, le scelte intraprese, entrando in empatia con i loro pensieri, in particolare con quelli di Madre Ignazia e della novizia Suor Lina. L'autrice intervalla ai paragrafi del romanzo, i diari delle due suore, e questo ci pone in una posizione privilegiata, perché ci permette di entrare in empatia con loro, percependo le emozioni, le paure e i molteplici dubbi che assillano Madre Ignazia e le altre suore.
Le sorelle non hanno avuto alcuna esitazione nel voler aiutare i profughi ebrei, ma ora devono trovare la forza e il coraggio per lottare contro la paura di essere scoperte. Una paura che si tramuta in terrore quando, nelle sale adiacenti al convento, si insedia un'infermeria tedesca. La tensione si fa più pressante, perché questa ulteriore convivenza costringe le nostre protagoniste a trovare altri stratagemmi per tutelare i profughi. Variano parte della loro routine quotidiana, ma in maniera impercettibile per non destare l'attenzione dei tedeschi, che sono sempre più diffidenti verso i preti e le suore.
“Ora dobbiamo prendere tutte le precauzioni perché per nessun motivo i tedeschi salgano al secondo piano. Dobbiamo essere pronte in caso di pericolo e dare l'allarme con il campanello vicino alle scale. Non perdere mai di vista i bambini. Fornire a tutte le donne un abito da suore. Erano pronte – ho chiesto, a raddoppiare le attenzioni, a vivere senza perdere mai il controllo, a sacrificare anche quel po' di vita personale che rimane a chi ha scelto di dedicarsi all'amore di Dio? Le ho guardate. Mi aspettavo volti tristi e rassegnati, invece le ho viste rianimarsi. La sfida aveva preso il posto della paura.”
(citazione tratta dal testo)
Le sette suore non sono state le uniche a ospitare ebrei, disertori, ex militari etc., molti altri hanno aperto le porte di seminari, parrocchie, conventi; alcuni nascondendo, addirittura, una tipografia per stampare documenti e carte d'identità false per aiutarli nelle fughe o per ottenere le tessere alimentari, vitali per dar da mangiare a tutti quegli ospiti. Documenti correttamente timbrati dai sigilli ufficiali del Vaticano, grazie ad aiuti esterni e collaborazioni che hanno permesso di salvare moltissime persone. Anche le nostre protagoniste, ricorrono a questi aiuti perché per loro, che vivono grazie alla carità cristiana e ai raccolti dell'orto, è sempre più difficile riuscire a sfamare tutti in maniera adeguata e dignitosa.
Ricerca del cibo, tutela degli ospiti sono solo alcuni dei problemi con i quali dovranno scontrarsi, perché per loro la preoccupazione più grande riguarda il tenere fede ai voti presi e al Santo Padre. Sono dilaniate dai dubbi, perché questa nuova situazione le porta a mentire ai tedeschi per difendere “il secondo piano” e le famiglie presenti. Inoltre, non sanno se ospitare dei profughi ebrei sia vista di buon occhio dalla Santa Sede, perché non ci sono documenti ufficiali che indicano direttive e condotte da seguire, e grazie ai diari di Madre Ignazia possiamo leggere e comprendere le sue lotte interiori, ma anche la forza della sua fede e la devozione alla Vergine Maria.
Madre Ignazia è il personaggio più complesso e, per me, più bello e intenso. Lei è il fulcro del romanzo e di tutti gli altri personaggi, perché è il punto di riferimento, colei che si interfaccia con i tedeschi, che cerca di gestire al meglio il convento cercando di far convivere tutti in armonia. È una donna tenace e al tempo stessa severa e indulgente, cerca, come può, di comprendere e risolvere le varie situazioni che si presentano, mantenendo il giusto equilibrio e facendo sentire e vivere le consorelle tranquille, cercando di calmarle, rassicurarle e rasserenarle, dirigendole verso il giusto, consigliando e redarguendo. Madre Ignazia aiuta incondizionatamente, ma lei stessa ha bisogno di essere rassicurata, sostenuta e consigliata e per questo si rifugia sempre di più nella preghiera e nella fede.
Ogni suora è differente per carattere e compiti all'interno del convento, difficile non affezionarsi alle loro persone. Suor Emilia gestisce l'amministrazione e si occupa di garantire i pasti a ognuno degli ospiti. Suor Maria Rita si occupa delle pulizie; Suor Elisabetta della cucina e poi abbiamo Suor Grazia, Suor Benedetta e, infine Suor Lina, la novizia che ha bisogno di essere guidata e che imparerà molto durante i nove mesi in cui gli ospiti alloggeranno nel convento.
Nove mesi in cui, anche noi, impareremo molto, non solo della vita nel convento, ma anche tutto ciò che avviene fuori, tra le strade di Roma. Rastrellamenti, insurrezioni da parte della Resistenza con attacchi contro le colonne tedesche e le conseguenti rappresaglie dei nazisti per vendicarsi, uccidendo civili spesso innocenti, come ad esempio l'attentato di Via Rasella contro una compagnia tedesca e il conseguente eccidio alle Fosse Ardeatine.
“La maestosità della città eterna era avvolta nell'angoscia, sopraffatta dalla prevaricazione. Roma sembrava rassegnata al sopruso. Silenziosa, impotente. A uno sguardo meno timido si sarebbe rivelata anche diffidente, scostante, indocile.”
(citazione tratta dal testo)
La vita in città è sempre più difficile e pericolosa. Ogni giorno, la popolazione è costretta a fare i conti con i bombardamenti degli alleati, i rastrellamenti, gli arresti e le uccisioni da parte dei tedeschi, la fame e un altro nemico, ancora più subdolo e pericoloso: le spie.
All'epoca erano in molti a fare la spia perché le segnalazioni erano ben pagate, basti pensare che, ad esempio per segnalare un uomo si guadagnava 5000 lire, una cifra alta per chi non aveva più nulla e doveva mangiare. Questo fa seriamente riflettere su quanto la guerra e la fame possano trasformare le persone.
Tutte queste informazioni sono perfettamente inserite nel testo, in più, Ritanna Armeni aggiunge, ai capitoli, alcune righe scritte in corsivo, che spiegano nel dettaglio i fatti storici reali, legandoli e contestualizzandoli al momento in cui si svolge la trama. Piccoli frammenti che ci aiutano a comprendere meglio la realtà di quegli anni, aggiungendo ulteriori tasselli e ampliando la nostra conoscenza storica.
Apprezzo molto questi inserimenti storici, perché mi aiutano ad avere un quadro più ampio e completo, permettendomi di comprendere meglio alcune situazioni, alcuni eventi che non conoscevo o su cui non ho mai riflettuto attentamente, come ad esempio i dubbi di Madre Ignazia riguardante il giusto comportamento e l'approvazione del Santo Padre etc. Con questi spunti di riflessione, l'autrice, scardina il pensiero del lettore ponendogli ulteriori punti di vista, lasciandolo riflettere a fondo su ciò che è giusto o sbagliato, su verità e bugia etc. ma soprattutto, gli dona ulteriori chiavi di lettura del periodo storico e dell'animo umano.
L'autrice, anche questa volta, è riuscita a regalare ai lettori una storia diversa, emozionante e istruttiva sotto ogni punto di vista, storico e umano. Una storia scoperta per caso che Ritanna Armeni ha studiato, approfondito fino ad arrivare al convento di poggio Moiano e alla vera storia delle sette suore e degli ospiti ebrei. Inoltre, grazie al diario di Madre Ignazia l'autrice ha potuto approfondire meglio la figura, i pensieri e i dubbi della suora.
“Ho capito che, ancora una volta, una vicenda straordinaria che riguardava le donne non era stata narrata. Che le suore e le monache, a cui in tanti dovevano gratitudine, erano state taciute, dalla storia o solo, di tanto in tanto, menzionate.”
(Ritanna Armeni)
“Il secondo piano” è un libro bello, scorrevole e mai pedante. Sa legare a sé il lettore, portandolo tra le strade di Roma, tra i corridoi del convento, in cucina o sulle scale per raggiungere il secondo piano e conoscere le 12 persone nascoste. Ci conduce, in particolare, nei cuori e nelle anime di sette donne che hanno rischiato la loro vita per proteggere degli innocenti, perseguendo sempre la loro fede cristiana, basata sulla carità, l'obbedienza a Dio e l'attenzione verso il prossimo. Hanno sempre posto l'Altro al centro, e mai loro stesse, ma questa volta Ritanna Armeni ha dato loro il giusto merito, ponendole in primo piano e riportando alla luce la loro storia.
Ve lo consiglio? Assolutamente sì, perché questo libro aggiunge un ulteriore tassello storico che ci permette di aprire ancora di più la mente alla conoscenza e a noi stessi, ricordandoci l'importanza dell'amore per il prossimo e il rispetto dell'Altro.
Buona lettura!
Marianna Di Bella