Titolo: "L'ultimo rais di Favignana. Aiace alla spiaggia"
Autore: Massimiliano Scudeletti
Editore: Bonfirraro
Esistono luoghi e lavori
intrisi di tradizione e amore per la propria cultura.
A Favignana, ad esempio, c'è
un rituale, no, una tradizione millenaria che ha reso fieri e famosi
gli uomini dell'isola: la tonnara.
La pesca del tonno osannata
da molti, osteggiata a criticata da altri. Una pesca intrisa di
tradizione e cultura che scorre nelle vene di ogni abitante
dell'isola. Una tradizione culturale e fortemente identitaria che si
è andata perdendo negli ultimi anni. Accantonata da una modernità e
una cultura “usa e getta”.
“Impariamo quindi
a coltivare la memoria (e proteggere il mare) evitando che tutto
diventi un circo e perfino un monumento umano come l'ultimo rais
venga trasformato in una statua utile solo come sosta per gli uccelli
migranti.”
(Carlo Ottaviano –
citazione tratta dal testo)
La mattanza non è facile da
comprendere se non si è abitanti dell'isola. Impossibile capire
l'importanza di alcuni rituali, preghiere o canti eseguiti prima e
durante la pesca, se non si conosce e si vive quella tradizione. È
qualcosa che identifica e rende unica l'isola di Favignana.
Gioacchino Cataldo è stato
il primo rais a non aver ereditato il suo ruolo, lo ha ricevuto
direttamente dai suoi pari, un onore riservato solo a lui, l'uomo che
ha sempre sentito scorrere nelle sue vene l'amore e il legame per
questa tradizione. Un uomo che ha continuato a credere nella sua
Terra quando tutto sembrava perduto. Un uomo ha che continuato a
lottare per tenere in vita non solo una tradizione millenaria, ma
l'identità di un popolo. Una battaglia che l'ha inserito, nel 2006,
nel Registro Eredità Immateriali come “Tesoro umano vivente per la
sua conoscenza della tonnara”.
Ma per comprendere meglio e
in modo più approfondito la tonnara e la figura di Gioacchino
Cataldo, occorre leggere e conoscere la loro storia e questo libro ci
aiuta a entrare in un mondo e una cultura a molti sconosciuta.
“Non era un uomo
piegato, piuttosto un uomo la cui dedizione a tenere viva una
tradizione epica in cui lui era entrato a pieno titolo, era
ricompensata con la pena che gli dei greci riservavano ai superbi.”
(citazione tratta
dal testo)
Massimiliano Scudeletti
racconta con passione e dedizione questa grande tradizione, facendo
immergere il lettore non solo in acque blu e cristaline, ma tra le
pagine di un testo, per alcuni versi ammaliante e affascinante.
Sì, avete letto bene, “per
alcuni versi”, purtroppo il libro non mi ha convinta ed
entusiasmata fino in fondo. La struttura narrativa rende difficoltosa
la lettura, perché si passa da un capitolo incentrato sui pensieri
privati del protagonista, ad altri più generici sulla pesca o gli
altri rais che hanno preceduto Gioacchino Cataldo, in una linea
temporale e narrativa che confondono il lettore. Avrei preferito una
narrazione più lineare che mettesse meglio in evidenza il
protagonista, svelandoci in modo più approfondito la sua figura, la
sua vita e il lato umano e psicologico. Ho trovato, invece, che la
figura perdesse di luce e importanza rispetto alla spiegazione della
tonnara. L'uomo sembra ricoprire un ruolo marginare rispetto alla
magia della pesca. Un ruolo marginale che non ci si aspetta leggendo
il titolo del libro, che fa pensare a una biografia o romanzo
biografico dove l'anima dell'uomo viene fuori nella sua interezza,
permettendo a noi lettori di conoscere l'ultimo rais di Favignana.
Le pagine dedicate alla
pesca e alla spiegazione della tonnara, le ho trovate interessanti e
magiche. Riescono a catturare il lettore portandolo con sé sulle
imbarcazioni, tra i flutti delle acque cristalline e all'interno di
una tradizione affascinante e fortemente identitaria. Perché questo
testo conduce il lettore all'interno di una comunità, sfiorando la
memoria e il cuore, segnando la continuità dei riti e dei tempi, tra
passato e presente, legandoli in un'identità culturale forte e
tenace, così come forte e tenace è stato Gioacchino Cataldo.
“La tonnara è
molto bella, la devi avere nel sangue. E la devi amare: non sei tu
che insegni al tonno come pescare, è il tonno che lo insegna a te.”
(citazione tratta dal testo)
Buona lettura!
(Marianna Di Bella)
(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.